Le attrattive naturalistiche e storico-archeologiche di Sirmione non sono le uniche di questa cittadina del Lago di Garda, che fin dal Rinascimento aveva una fonte termale calda e solforosa, la Bojola, che zampilla dal fondale a 250 metri dalla riva orientale della penisola.

Il tentativo di sfruttare l’acqua, conservandone la temperatura, ebbe buon esito solo nel 1896, in questo modo l’attività termale di Sirmione divenne nota in tutta Europa.

Dopo una battuta d’arresto subita dall’economia a causa della Grande Guerra, la proprietà e la concessione del complesso passarono alla Società Terme e Grandi Alberghi Sirmione, nata nel 1921, che ancora le detiene.

L’attività ebbe un’altra interruzione a causa della Seconda Guerra mondiale, quando le truppe di occupazione danneggiarono le strutture alberghiere e le attrezzature termali.

Nel secondo dopo guerra, le Terme conobbero un grande impulso, decisivo per l’economia di Sirmione, che cominciò nel 1948 con la costruzione del nuovo Stabilimento Termale e la creazione di un Centro Cura della Sordità Rinogena.

Attualmente gli stabilimenti termali sono due, il Catullo, nel centro storico, e, dal 1987, il Virgilio, a Colombare, specializzati nella cura e prevenzione di disturbi otorinolaringoiatrici, broncopneumologici, reumatologici, ortopedici, dermatologici e ginecologici.

Nel 2003 è stato inaugurato al Catullo il centro Aquaria che, seguendo le antiche tradizioni romane, propone la piscina termale come fonte di benessere.

Infatti Sirmione già nel I secolo a. C. era ricca di numerosi edifici romani, di cui si sono rinvenuti i resti, considerati le seconde case di ricche famiglie della zona, come quella del poeta Catullo, originario di questi luoghi.

Per secoli Sirmione fu visitata da turisti attratti dalla sua bellezza naturale e dalle sue memorie storiche, ma gli alberghi, le ville, le seconde case, le strutture turistiche nacquero nel secondo dopoguerra, come conseguenza delle sue magnifiche terme e del gran numero di turisti che si fermavano per passare in questa zona qualche giorno di relax.

Oggi la sfida che gli amministratori e gli operatori turistici devono affrontare è diversa da quella di cinquant’anni fa, infatti non si deve più incrementare il turismo, ma trovare un equilibrio tra la necessità di conservare la fisionomia del luogo e le forti pressioni derivante dall’afflusso continuo di visitatori, cui si somma l’incremento attuale della popolazione che risiede nella zona del basso Garda.