Nato a Trafoi, frazione di Stelvio, a 1570 mt di quota, ai piedi del massiccio dell’Ortles in provincia di Bolzano, il 28 febbraio 1951, Gustavo Thoeni è considerato uno dei re dello sci mondiale, la sua carriera agonistica ha lasciato una grande eredità, non solo agli appassionati degli sport invernali.

Schivo, mai un gesto fuori posto, concreto, taciturno, forse all’eccesso, poco adatto alla mondanità, che permea lo sport moderno, invaso da tv, mass e socialmedia, presenzialismo, oggi sarebbe stato un alieno. Alieno lo era veramente, per la sua classe innata sugli sci.

Classe e stile che sarebbero stati, apprezzati e vincenti anche nello sci attuale. Thoeni oltre ad aver lasciato emozioni rimaste memorabili per gli appassionati, contribuì a lanciare definitivamente lo sci in Italia come momento di costume, fenomeno sociale e farlo diventare un vero e proprio volano economico.

Le vittorie in Coppa del mondo del giovane sciatore altoatesino, negli anni Settanta, diffusero la passione dello sci in molti strati della popolazione, portando uno sport riservato fino allora solo ai residenti in montagna oltre a una fascia ristretta della popolazione a diventare di massa, grazie anche alla televisione, mentre l’industria lo scopriva come grande mercato e trovava un alleato nella pubblicità, che si avvaleva delle affermazioni di Thoeni. Tutto questo rinnovando e lanciando nuovi modelli di sci, scarponi e abbigliamento da montagna.

Dietro e con Thoeni, e i suoi successi c’era la valanga azzurra, guidata dal valtellinese Mario Cotelli, con gare che la domenica mattina, bloccavano gli italiani davanti alla tv. Un gruppo che nel 1974 si piazzò ai primi cinque posti di una prova di Coppa del mondo: Piero Gros, poi Gustav Thoeni, Erwin Stricker, Helmut Schmalzl e Tino Pietrogiovanna e persino la stampa francese parlò di un’autentica pietra miliare posta dagli azzurri nella storia dello sci. Della “valanga” fa parte anche il cugino di Gustav, Roland. I due saliranno sul podio nello slalom speciale delle Olimpiadi di Sapporo 1972, con il primo a conquistare l’argento, il secondo il bronzo.

Thoeni, impara subito ad andare sulla neve a tre anni, fuori dall’albergo di famiglia, seguito dal padre maestro di sci.

La leggenda di Gustav Thoeni, nasce ormai cinquant’anni fa in Val d’Isère, quando l’11 dicembre 1969, poco più che diciottenne, alla sua terza gara in Coppa del mondo, chiude lo slalom gigante al primo posto. Fu anche il primo successo di uno sciatore italiano al maschile nel circuito della Coppa del mondo.

Al termine di quella stagione, Thoeni si aggiudicherà poi la sua prima coppa di specialità in gigante: grazie a quattro vittorie.

Negli anni d’oro della valanga azzurra, Thoeni divenne il più grande sciatore italiano di tutti i tempi, grazie alle 4 vittorie nella Coppa del mondo generale di sci alpino (1971, 1972, 1973 e 1975), al secondo posto conquistato nel 1974 e ai successi nel campionato del mondo e alle Olimpiadi.

Vinse inoltre due ori (slalom gigante e combinata) e un argento nello slalom speciale alle Olimpiadi di Sapporo nel 1972, due ori (slalom speciale e combinata) alle Olimpiadi di Innsbruck nel 1976 e due ori (slalom speciale e gigante) nei Mondiali del 1974 a St.-Moritz e in Coppa del mondo oltre ai 4 titoli generali ha conquistato 24 vittorie, 22 secondi posti e 18 terzi.

Tra tutte queste imprese ne ricordiamo tre ormai entrate nella leggenda.

La prima fu ai Mondiali di St.-Moritz nel 1974, dove Thoeni, si aggiudicò entrambi i titoli nello slalom. Nello speciale, già nel corso della prima manche, pennella la discesa con un misto di classe, perfezione stilistica e audacia. Controllando poi nella seconda frazione, imponendosi di 92 centesimi sull’austriaco Hans Hinterseer.

Nel gigante, si presentò alla partenza della seconda manche dello slalom speciale con ben sette posizioni da recuperare, dopo una discesa con diverse imperfezioni che lo portarono ad accumulare ben 1 secondo e 42 centesimi dal leader Pierino Gros. Nella seconda compì un vero e proprio capolavoro, una discesa perfetta, recuperando interamente lo svantaggio e volando a conquistare il secondo titolo.

La seconda avvenne il 23 marzo 1975, a Ortisei, nella finale della Coppa del mondo di sci, dove l’ormai mitico slalom parallelo della Val Gardena divenne il verdetto finale per decidere chi fosse davvero il migliore del mondo tra Gustav Thoeni, campione pluridecorato, Ingemar Stenmark, giovanissimo talento svedese, e l’austriaco Franz Klammer, signore della discesa libera, tutti a pari punti in classifica. Era la prima volta che il vincitore si decideva in una gara diretta. La finale del parallelo fu proprio la più attesa, Stenmark contro Thoeni, davanti a 50mila persone, con un tifo da stadio, e diversi milioni di persone incollate al video. Alla fine la quarta Coppa del mondo andò a Thoeni con lo svedese che inforcò una delle ultime porte, nella prima tiratissima manche.

Terza gara capolavoro di Gustav da Trafoi, è sempre del 1974, quando il 18 gennaio, sulla leggendaria Streif a Kitzbühel, in discesa libera che non era la sua specialità, arrivò dietro al mitico Franz Klammer, per soli tre millesimi di secondo.

Ritiratosi dall’attività agonistica, Thoeni intraprese la carriera di allenatore, tra i suoi meriti la scoperta e i successi di Alberto Tomba, suo erede negli anni Ottanta e Novanta. Il quale non solo replicò le gesta da sportivo, ma ne ampliò il boom sui massmedia, diventando un vero e proprio fenomeno. Il tutto in una particolare contrapposizione tra il montanaro, taciturno e riservato e il cittadino, spumeggiante ed estroverso, compensandosi a vicenda, con la stessa passione per lo sci e la voglia di primeggiare.

Oggi Gustavo Thoeni gestisce nella sua Trafoi, l’apprezzato albergo di famiglia, che ospita anche la collezione dei suoi trofei ed è uno dei testimonial per l’associazione SOS Villaggi dei bambini.