Forse è meglio ricordare che l‘analisi di 52 genomi virali completi ha consentito di datare l’origine e la ricostruzione della diffusione del Coronavirus nei primi mesi dell’epidemia in Cina a Wuhan .

Da quanto è stato fatto trapelare, una cosa certa è che la Cina se ne è accorta con molto ritardo, a metà gennaio, quando si presume che circolasse almeno dalla fine di dicembre.

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Uno studio italiano determina la comparsa del Covid-19 (ceppo dei Coronavirus) addirittura tra metà ottobre e metà novembre.

A partire da dicembre l’epidemia del virus ha avuto una “super accelerazione. Basti pensare che da allora ogni contagiato ha prodotto altri 2,6 casi e che il tempo di raddoppio della stessa epidemia è stato di 4 giorni.

QUINDI TUTTO E’ PARTITO DALLA CINA E NON DALL’ITALIA

L’unica colpa che potrebbe essere targata italiana, sono le deboli e non preventive attuazioni per il contenimento, come per esempio far entrare in Italia liberamente il volo da Wuhan della China Southern Airlines Cz 645, atterrato alle 4.50 del 23 gennaio 2020 all’aeroporto di Fiumicino.

Il comandante aveva avvisato gli uomini a terra dello scalo che nessuno dei 202 passeggeri aveva sintomi dell’influenza e poco dopo, i passeggeri, sono sbarcati e dalla pista con 4 minibus sono stati trasportati direttamete al “canale sanitario”.

Ad aspettarli medici ed esperti del Ministero, che hanno fatto passare sotto due “varchi” dotati di telecamere termiche i 202, uno per uno, per la rilevazione della temperatura corporea.

“Tutti sani, nessun caso da segnalare”, il responso del ministero. I passeggeri hanno poi compilato una scheda che indica destinazione e percorso una volta sbarcati, in caso la malattia si sviluppasse successivamente, dopo la fase di incubazione.

Peccato che successivamente è stato confermato che il tempo di incubazione del virus è di oltre 14 giorni e quindi molto probabile che fossero per la gran parte “portatori” inconsapevoli.

Oggi, 29 Febbraio 2020, la situazione indica che l’Italia si trova al 3° posto a livello MONDIALE come numero di contagiati (ben 889) e conta 21 vittime.

Vittima anche l’intera economia

Le notizie di oggi dicono che il turismo, fiere specializzate, commercio, agricoltura, commercio, scuole, sono pesantemente colpite.

Confcommercio stima una perdita di 5-7 miliardi di euro nel caso in cui la crisi si prolunghi fino a maggio, mentre il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha stimato una riduzione del Pil dello 0,2% nell’arco di un anno.

Turismo, crollo di prenotazioni per Pasqua

La psicosi e gli inviti a non venire in Italia diramati da a molti Paesi stranieri hanno un impatto pesante sul settore del turismo.

Confturismo stima un’affluenza di 22 milioni di turisti in meno nei prossimi tre mesi. Un calo quantificabile in un danno economico di 2,7 miliardi secondo l’associazione di categoria di Confcommercio.

Secondo Assoturismo-Confesercenti, le sole disdette sono già costate 200 milioni di euro al settore e i danni potrebbero essere superiori a quelli causati dall’11 settembre.

In Italia, il segmento del turismo vale in totale 146 miliardi di euro: una cifra pari al 12% del Pil, generata da una filiera di 216mila esercizi ricettivi e 12mila agenzie di viaggio.

I risultati si stanno già facendo sentire, con la proeizione di un tracollo senza precedenti nella stagione pasquale.

Industria, in Lombardia 6mila metalmeccanici fermi

A oggi sono quasi 6.000 i lavoratori metalmeccanici lombardi coinvolti da fermi della produzione e riduzione d’orario a causa del Coronavirus.

I possibili effetti negativi del Coronavirus sull’economia lombarda si inseriscono in un quadro tutt’altro che sereno: a fine 2019 erano 17.288 i lavoratori coinvolti cassa integrazione ordinaria, straordinaria e licenziamenti, in crescita del 79% rispetto allo stesso periodo del 2018.

In generale si nota un forte rallentamento complessivo dell’attività economica che conferma il trend già registrato nel primo semestre 2017, insieme alla difficoltà di molte imprese a riadattarsi al nuovo contesto economico produttivo e a riposizionarsi sul mercato e nella congiuntura economica.

Commercio internazionale, a rischio 138 miliardi di euro

Un’altra batosta rischia di abbattersi sull’export, “grazie” alla registrazione di casi di coronavirus in alcune delle province più incisive sull’export nazionale.

Secondo alcune stime, le vendite fuori dai confini nazionali delle amministrazioni interessate da casi di Coronavirus (Lodi, Cremona, Pavia, bergamo, Milano, Monza, Sondrio, Padova, venezia, Treviso, Piacenza, Parma, Modena e Rimini) valgono un totale di 138 miliardi di euro a fronte di un volume complessivo di esportazioni pari a 465 miliardi di euro.

Il conto si fa salato anche sul versante delle fiere, appuntamenti preziosi sia per l’afflusso di visitatori (vedi sopra) che per il giro d’affari innescato dai vari eventi.

La tegola più grave è arrivata forse su Milano, con il rinvio a giugno del Salone del mobile: la vetrina globale dell’arredo che porta in dote oltre 2mila espositori e 400mila presenze.

L’evento si accompagna al cosiddetto «Fuorisalone», il circuito di 1.000 e passa eventi distribuit per la città a fianco dell’evento fieristico. I due appuntamenti danno vita, insieme, alla Design week: una sette giorni del design che genera, secondo dati della Camera di Commercio di Milano, un indotto da 350 milioni di euro.

Food e vino in bilico

Parlando di vendite oltreconfine, un’altra vittima rischia di essere il made in Italy nell’agroalimentare.

Una stima di Coldiretti su dati Istat ha rilevato un calo dell’11,9% delle esportazioni di prodotti italiani in Cina solo nel gennaio 2020, ribaltando il trend di crescita che aveva raggiunto il suo apice nel 2019: vendite record di 460 milioni di euro, con 140 milioni di euro in arrivo solo dalle esportazioni di vino.

Nonostante il suo peso, e le sue prospettive di crescita, la Cina incide in maniera ancora marginale sull’export del marchio italiano.

Solo nel 2018, sempre secondo dati Coldiretti, le esportazioni del cibo italiano erano lievitate fino a un valore di 41,8 miliardi di euro, proiettandosi a un ulteriore balzo del 5% nel 2019.

Tra i settori cruciali quello enoico, con le esportazioni di vino italiano attestate dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor a un controvalore di 6,36 miliardi di euro (+2,9 sul 2018) . Coldiretti teme che la psicosi da coronavirus possa innescare speculazioni contro i prodotti italiani, favorendo i plagi stranieri (il cosiddetto italian sounding) a scapito delle esportazioni.

Coldiretti denuncia anche la situazione “a rischio” delle 500 aziende agricole e delle stalle situate all’interno della zona rossa, che contano circa 100mila capi di bestiame che hanno bisogno, ovviamente, di una costante e adeguata assistenza.

Moda, il fashion italiano teme contraccolpi

Durante la Fashion week, la settimana della moda milanese, alcune sfilate si sono svolte con un format abbastanza inusuale: a porte chiuse.

Il sistema della moda italiana valeva, nel 2019, ricavi per oltre 90 miliardi di euro, in rialzo dello 0,8% e sulla spinta dall’export (+6,2%, a 71,5 miliardi).

La Camera della moda proiettava perdite pari all’1,8 all’inizio di febbraio 2020, quando la crisi italiana era ancora in fase di incubazione. Un mese dopo, la conta dei danni rischia di essere più dolorosa.

Quindi il concetto che l’Italia sia diventata il carnefice al posto di vittima, è anche da cercarsi nell’informazione, oltre all’ignoranza e in parte alla politica, che stanno giocando una partita molto rischiosa, che porterà danni non solo nel breve termine ma per molti molti molti anni…

FONTI DATI:

https://www.ilsole24ore.com/art/coronavirus-tutti-danni-made-italy-settore-settore-ACL6NBMB

https://www.repubblica.it/cronaca/2020/01/23/news/virus_wuhan-246463752/

https://www.secoloditalia.it/2020/02/cina-al-contrattacco-spunta-una-nuova-ipotesi-sullorigine-del-coronavirus-centra-sempre-wuhan-ma/

https://www.liberoquotidiano.it/news/scienze—tech/13569343/coronavirus-studio-italiano-cina-imbarazzo-origine-contagi-ottobre-novembre.html

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