Capitale della Contea del Tirolo e città simbolo della Belle Époque, la storia di Merano ha davvero molto da raccontare, come dimostrano oggi i numerosi tesori architettonici e culturali.

La conca di Merano è dominata da Castel Tirolo, la fortezza che diede il nome alla Contea del Tirolo.

Quando intorno al 1200 i conti di Venosta trasferirono la loro sede amministrativa a Castel Tirolo Merano acquisì un’importanza sempre maggiore, non solo rispetto ai territori confinanti ma in tutta Europa.

A Merano, Mainardo II fece edificare i portici e le strutture difensive costituite dalle mura e dalle porte cittadine, tre delle quattro porte sono la Porta Venosta, la Porta Bolzano e la Porta Passiria.

Castel Tirolo oggi è il simbolo di Merano e all’interno sono da vedere soprattutto i portali romanici riccamente decorati e gli affreschi della cappella.

Nel castello ha sede inoltre il Museo storico-culturale della Provincia di Bolzano, dedicato alla storia del Tirolo, con varie esposizioni su alcuni temi storici e artistici.

Oltre a Castel Tirolo sono numerose le fortezze, i castelli e le residenze nobiliari testimoni di questo periodo di fioritura durante il Medioevo, come nel paese di Tirolo Castel Fontana, residenza di Mary de Rachewiltz, figlia del poeta americano Ezra Pound, che ha fondato in questo luogo il Centro per la letteratura Ezra Pound, visitato dagli studenti di tutto il mondo, profondamente interessati all’opera del padre.

Se Mainardo II portò Merano al suo splendore, sua figlia Margherita Maultasch ebbe minor successo nel governo del paese e in pochi anni il Tirolo venne assoggettato agli Asburgo, la residenza dei principi trasferita a Innsbruck e la zecca nella cittadina di Hall in Tirol.

Dopo aver sconfitto gli austriaci nel 1805, Napoleone s’impadronì del Tirolo e lo consegnò ai bavaresi, che cercarono di introdurre nella regione varie riforme che limitavano il potere ecclesiastico.

Nel XIX secolo Merano visse una seconda giovinezza quando gli scienziati e i medici iniziarono a tener conto dei benefici climatici della città, tanto che nel 1827 Merano vide il suo primo ospite venuto qui per curarsi.

Un contributo fondamentale allo sviluppo della città fu dato dal borgomastro Joseph Valentin Haller e dal professore di ginnasio Beda Weber, così nel 1868 Merano ricevette ufficialmente il titolo di stazione di cura climatica.

Le temperature miti la vedevano frequentata come città di cura in inverno poiché i suoi ospiti preferivano il periodo tra l’autunno e la primavera ai caldi mesi estivi.

Il primo soggiorno in città dell’imperatrice Elisabetta d’Austria-Ungheria, nel 1870, diede l’avvio a un periodo che, oltre a molti rappresentanti della nobiltà, durante la Belle Époque vide scrittori e musicisti di fama mondiale tra cui Arthur Schnitzler, Sigmund Freud, Christian Morgenstern, Clara Schumann, Edvard Grieg e molti altri.

Nel 1918 il Tirolo meridionale fu annesso all’Italia e Merano si aprì ancor di più verso sud, a causa dell’avvento del fascismo.

Durante la seconda guerra mondiale la città di Merano, in quanto sede di ospedali militari fu in gran parte risparmiata dai bombardamenti e le distruzioni rimasero limitate.

La presenza dell’esercito italiano lasciò una traccia anche nel paesaggio attorno a Merano, dove sorsero mausolei e bunker a servizio delle truppe italiane.

Due di queste costruzioni militari nei dintorni della città sono state il Bunker Mooseum, a Moso in Passiria, che presenta la storia della Val Passiria superiore e quello di Passo Palade, nell’Alta Val di Non, con i suoi quattro livelli e i quasi due chilometri di gallerie scavati nella roccia dai militari italiani, con uno spazio espositivo detto Gampen Gallery dove sono esposti molti scatti storici relativi alla strada del Passo Palade, importante arteria di collegamento tra i paesi di Lana, vicino a Merano, e Fondo in Trentino.