Non era uno storico, un docente, un assessore, un saggista, era un uomo che amava l’arte e sapeva raccontarla con grazia e stile…

Se n’è andato a settant’anni, presso l’Istituto dei tumori di Milano, Philippe Daverio, storico che ha raccontato, con classe e garbo unici, la storia dell’arte, dal Medioevo fino ad oggi…

­Philippe Daverio nacque il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia, quarto di sei figli di Aurelia Hauss, alsaziana, e Napoleone Daverio, costruttore italiano.

Dopo aver studiato in collegio, Philippe si trasferì con la famiglia in Italia e frequentò la Scuola Europea di Varese, poi s’iscrisse alla facoltà di Economia e Commercio all’Università Bocconi di Milano, superò tutti gli esami ma non scrisse la tesi per seguire la mentalità sessantottina dell’epoca secondo la quale all’università non si andava per laurearsi, ma per studiare.

Esperto di musicologia storica, curò diverse pubblicazioni dedicate ai movimenti d’avanguardia sorti tra le due guerre e nel 1977 scrisse con Paolo Baldacci Opera grafica e vetraria, con uno scritto di Gio Ponti e una testimonianza di Aldo Salvadori, mentre nel 1984 con Netta Vespignani e Maurizio Fagiolo dell’Arco lavoro a Roma tra espressionismo barocco e pittura tonale.

Diventato quasi per caso un mercante d’arte, negli anni Ottanta, Daverio aprì due gallerie, una a Milano e una a New York.

Tra il 1993 e il 1997 fu assessore del Comune di Milano nella giunta di Marco Formentini, con le deleghe alla Cultura, all’Educazione, al Tempo Libero e alle Relazioni Internazionali.

Daverio nel 1999 fu inviato speciale di Art’è, trasmissione in onda su Raitre e nel 2001, sempre su Raitre, propose Passepartout, programma che incontrò un buon successo di critica e di pubblico, posizionato nella fascia del primo pomeriggio domenicale, che diede vita a uno spin-off, i Notturni della Maremma, repliche rimontate di spezzoni di puntate diverse con l’aggiunta d’inediti.

Nel 2009, in occasione delle elezioni provinciali, Daverio si candidò a Milano come consigliere nella lista civica di Filippo Penati venendo eletto, ma poco dopo, una circolare della Rai che impediva che chi ricopre incarichi amministrativi o politici potesse sottoscrivere contratti a pagamento con la tv pubblica lo spinse a dimettersi da consigliere provinciale e a respingere l’offerta del Comune di Palermo di diventare assessore alla Cultura.

Daverio nel 2010 venne designato come il direttore del Museo del Paesaggio di Verbania, ma anche in questo caso lasciò la poltrona dopo pochissimi mesi.

A partire dal dicembre 2010 e fino a marzo 2011 su Rai5, rete culturale della Rai, Daverio condusse il programma settimanale Emporio Daverio, con la collaborazione di Alessandro Buccini e Giuseppe Ragazzini, dove analizzava la cultura, l’arte, la gastronomia e l’architettura di città o regioni italiane.

Nel 2011, anno in cui ricorreva il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia, fondò Save Italy, movimento per sollecitare cittadini e intellettuali a favore della tutela dell’enorme eredità culturale del Bel Paese.

Daverio nel 2012 tornò in onda su Raitre con Il Capitale di Philippe Daverio, in onda la domenica, che prendeva ispirazione dalle mostre in scena, dalle notizie di cronaca dell’attualità, dalla storia e dalla cultura.

Alla fine di luglio 2018 venne proclamato a Marciana Marina vincitore della 14ª edizione del Premio letterario La Tore.