Il peridoto, gemma dal colore che varia da un verde dorato a un verde saturo, ha una storia lunghissima da raccontare.

Nell’antichità il suo verde era spesso confuso con quello dello smeraldo, mentre il suo nome è una corruzione del termine orientale che indica l’olivina.

Il peridoto si estraeva in Egitto fin dal 1500 a.C. nell’isola di Zebirge, chiamata Zeberget o Zabargad, nel mar Morto, detta anche Isola dei morti o dei serpenti chiamata Topazon, dal greco cercare.

A causa della difficoltà nell’identificarlo, è plausibile che tra le innumerevoli gemme verdi amate da Cleopatra, che di solito erano smeraldi, vi fossero anche peridoti, poiché era molto difficile distinguere tra smeraldi e peridoti.

Solo in epoca più tarda la gemma fu battezzata ufficialmente peridoto, dall’arabo faridat o pietra preziosa.

Nell’antico Egitto, era un amuleto contro i pericoli del buio e, successivamente, quando il suo potere sulla luce fu trasposto al suono, divenne la gemma protettiva dei sordi.

Anche un ciondolo del Faraone Tutankhamon è stato riconosciuto come composto di peridoto, a testimonianza del suo potere mistico.

In Europa arrivò piuttosto tardi, solo quando i Crociati la importarono e fu la pietra prediletta del periodo Barocco, per quel verde dorato che lascia dietro di sé una nota di ricchezza.

Il peridoto più grande fino ad oggi rinvenuto pesa circa 310 carati e si trova presso il Smithsonian Institute of Washington negli Usa.

Sono particolarmente degni di nota quelli provenienti dal Kashmir. scoperti solo nel 1992 nei pressi del Nanga Parbat, che devono la loro particolarità grazie ad un colore eccezionale unito a carature importanti e praticamente assenti inclusioni.

Questa zona, che si trova nella regione Suppatt dell’Himalaya, ha permesso di scoprire incredibili esemplari, spesso costosi, ma di gran lunga esteticamente più accattivanti di quelli derivanti dalle varietà dell’Arizona e della Cina.

Alcuni peridoti sono stati ritrovati nei meteoriti, nella cosiddetta pallasite, cioè la regione di transizione tra il mantello di silicati e il nucleo di ferro degli asteroidi della fascia tra Giove e Marte, e anche sulla superficie di Marte nel 2003, rendendo il peridoto la prima gemma extraterrestre rinvenuta.

Per gli antichi questa gemma alleviava i dolori nevralgici, curava le epatopatie, contrastava l’influsso degli spiriti cattivi, liberata la mente dall’invidia, favoriva le amicizie e allontanava i tradimenti amorosi, donava generosità, bellezza, felicità e sentimenti dolcissimi, amori improvvi e fatali, e portato sulla mano sinistra allontanava la malinconia e i pensieri sconclusionati, rendendo il portatore saggio e sereno, inoltre era particolarmente propizio ai nativi della Vergine e ai mesi di agosto e settembre.