Il centro della cultura di Milano e della Lombardia…
La Biblioteca Ambrosiana, nota e amata istituzione culturale milanese, venne fondata dal Cardinale Federico Borromeo nel 1607, allo scopo di rendere disponibili a chi sapesse leggere e scrivere manoscritti, incunaboli, libri a stampa, disegni e incisioni appartenenti alla collezione della famiglia Borromeo.
Fu concepita dal fondatore come un centro di studio e di cultura, infatti in poco tempo vi si unirono altre istituzioni come il Collegio dei Dottori, la Pinacoteca e l’Accademia del Disegno.
Ricca di oltre un milione di stampati, tra cui migliaia d’incunaboli e cinquecentine, quasi quarantamila manoscritti, come il celeberrimo Codice Atlantico e alcuni tra i più importanti manoscritti esistenti al mondo, in italiano, latino, greco, arabo, siriaco, etiopico, copto, cinese e molte altre lingue, dodicimila disegni di Raffaello, Pisanello, Leonardo e altri illustri maestri, ventiduemila incisioni e altre rarità, come mappe antiche, manoscritti musicali, pergamene e papiri, la biblioteca è una delle più importanti a livello mondiale.
Da sempre il Cardinale Federico la volle con un’impronta orientata al dialogo, poichè sosteneva che i libri appartenenti a culture e fedi molto diverse da quella cristiana potevano essere utili in ogni situazione.
Infatti la peculiare ricchezza dei testi relativi alla filosofia, alle teologie cristiana e delle altre religioni, come Islam ed Ebraismo, alle diverse letterature antiche e moderne rese l’Ambrosiana un vero e proprio scrigno dove si può incontrare la ricerca dell’arte e della cultura in ogni epoca.
La Veneranda Biblioteca Ambrosiana è retta dal Collegio dei Dottori, presieduto dal Prefetto, mentre la gestione ordinaria dei servizi è coordinata dal Responsabile di Sala, con funzione subordinata al Direttore della Biblioteca.
L’assistenza agli studiosi in Sala Lettura è garantita dagli Addetti di Sala e dalla presenza di un Dottore con la qualifica di Direttore di Sala.
Oggi la biblioteca ha sede nel quartiere Ticinese, a breve distanza da Piazza del Duomo, in un palazzo costruito ai primi del Seicento, su disegno dell’architetto Francesco Maria Richini, e poi modificato nella prima metà dell’Ottocento da Giacomo Moraglia, cui si deve anche la facciata in stile neoclassico su piazza Pio XI.
Mentre gli esterni del palazzo sono molto sobri, gli interni includono uno scalone monumentale, un cortile loggiato che si affaccia sull’abside della chiesa di San Sepolcro e alcune sale riccamente decorate con boiserie, stucchi e mosaici e la grande sala di lettura della biblioteca, in precedenza un cortile interno, venne convertita in sala su progetto di Ambrogio Annoni, nel 1923.
All’interno del palazzo c’è anche la Pinacoteca Ambrosiana, istituita nell’aprile del 1618, quando il Cardinale Federico Borromeo donò la sua collezione di dipinti, statue e disegni alla Biblioteca Ambrosiana
Nel percorso espositivo della Pinacoteca, articolato in 24 sale, si possono ammirare alcuni dei più straordinari capolavori come il Musico di Leonardo, la Canestra di frutta di Caravaggio, il Cartone preparatorio per la Scuola di Atene di Raffaello, l’Adorazione dei Magi di Tiziano, la Madonna del Padiglione di Botticelli e i Vasi di fiori di Jan Brueghel.
Oltre a opere di epoca rinascimentale, il museo ha tra le sue collezioni importanti autori del Seicento lombardo, come Morazzone, Giulio Cesare Procaccini, Daniele Crespi e Carlo Francesco Nuvolone, del Settecento, come Giandomenico Tiepolo, Fra Galgario, Francesco Londonio, vari autori ottocenteschi e del primo Novecento, come Andrea Appiani, Francesco Hayez, Mosè Bianchi ed Emilio Longoni.