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Il 4 ottobre cade la memoria di san Francesco d’Assisi, che amava gli animali, come il riccio, tenero abitante dei boschi autunnali….

Diffuso in gran parte dell’Europa, il riccio oggi vive in campagna e nelle vicinanze dei boschi, ma non è difficile incontrarlo anche nei giardini, poiché è un animale adattabile a ogni ambiente e capace di percorrere lunghi tratti nel cuore della notte.

L’aspetto del riccio conserva ancora oggi alcune caratteristiche dei primi mammiferi comparsi sulla Terra, anche se l’evoluzione, col tempo, l’ha dotato dei suoi caratteristici aculei, fino a 6000, che sono una strategia difensiva formidabile soprattutto quando l’animale, grazie a una fascia muscolare sulla schiena, si appallottola su se stesso nascondendo le parti vulnerabili.

Piccolo e leggero, il riccio misura circa 25-27 cm di lunghezza e supera raramente il kg di peso, infatti riesce quindi a muoversi piuttosto rapidamente, che è una caratteristica importante per il suo stile di vita.

Durante il giorno questo piccolo animale dorme nella sua tana scavata nel terreno, mentre esce di notte per procurarsi il nutrimento necessario, e percorre agilmente anche 3 km, grazie alla sua fisionomia snella e agile.

Il riccio si nutre soprattutto d’insetti, ragni, lumache, talvolta di piccoli rettili e anfibi, ma anche di frutta, bacche, funghi e addirittura foglie, se non trova di meglio, ma arriva a cacciare perfino i topi. Nella ricerca del nutrimento, oltre all’agilità lo aiutano anche i sensi, in particolare l’olfatto davvero sviluppato, il tatto e l’udito e riesce a captare perfino gli ultrasuoni.

La vista del riccio è meno acuta, ma gli consente comunque di vedere fino a 30 m di distanza di giorno e 12 m nel buio.

Nel loro alternarsi di riposo e attività notturna, i ricci sono animali piuttosto solitari e tendono a evitare d’incontrare i loro simili, con i quali possono scontrarsi. A

Anche l’accoppiamento, che avviene tra aprile e settembre, è piuttosto complicato, infatti, il maschio gira a lungo attorno alla femmina, che lo può respingere più volte bruscamente, soffiando e sbuffando, prima di cedere al corteggiamento, poi i piccoli consolidano gli aculei dopo aver raggiunto un mese d’età e imparano la tipica mossa della palla a 2-3 mesi.

Quando le temperature iniziano a scendere sensibilmente, il riccio non deve più preoccuparsi di evitare gli incontri con i suoi simili, infatti, tra ottobre e aprile, entra in letargo, e si prepara mangiando più abbondantemente del solito, per accumulare il grasso corporeo.

Il letargo rappresenta per i ricci una dura prova, poiché la loro temperatura corporea scende da circa 35° a soli 10°, mentre la frequenza cardiaca si riduce a venti battiti il minuto e, quando le temperature si fanno più rigide, spesso il riccio si sveglia dal letargo ed esce in cerca di cibo.