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Torna il Festival delle Letterature Migranti, per un’edizione al femminile, dedicata al sentire e al sapere letterario, politico, scientifico e creativo delle donne e alla loro visione del mondo, in programma a Palermo dal 27 al 31 ottobre.

Il tutto in un’edizione ibrida, con incontri in presenza e online, che darà la parola ad alcune tra le maggiori autrici del momento, riflettendo sulla scrittura e aprendo il confronto sui temi di genere e generazione, sulla crisi ambientale e sul distanziamento, le tecnologie e la condivisione.

Cuore nevralgico del Festival sarà Palazzo Branciforte, cui si affiancheranno altri spazi per la città come la Cappella Palatina, l’Oratorio di Sant’Elena e Costantino, lo spazio Zac ai Cantieri culturali alla Zisa e tanti altri, dal centro alle periferie.

Il tema scelto per l’edizione 2021, attorno al quale si svilupperanno le sezioni del Festival e in primo luogo quella letteraria, è Corpo condiviso, suggerito dalla forte accelerazione temporale determinata dalla crisi, che torna a indicare la centralità del corpo in un’epoca connotata dalla smaterializzazione delle relazioni individuali.

Le donne saranno protagoniste di tutte le sezioni del festival, letteraria, musicale, artistica, teatrale, e della transizione digitale.

A definire il cifrario del nostro tempo, saranno nomi di primo piano del panorama letterario contemporaneo, da Giulia Caminito, vincitrice del premio Campiello con L’acqua del lago non è mai dolce (Bompiani, 2021); alla giornalista, regista e scrittrice francese Ingrid Seyman con La Piccola Conformista (Sellerio, 2021).

Gila Almagor ha scelto Palermo e la Sicilia, per la prima presentazione in Italia del suo romanzo L’estate di Aviha, tradotto quest’anno dalla casa editrice Acquario.

 Nata a Tel Aviv nel 1939, Almagor è considerata l’Anna Magnani del cinema israeliano ed è stata anche assessore alla Cultura e all’Arte di Tel Aviv e L’estate di Aviha racconta la sua infanzia, con il padre ucciso a Haifa da un cecchino arabo poco prima che nascesse, e la madre, di origini polacche, con il trauma di Auschwitz che la costringe a lunghe permanenze negli ospedali psichiatrici.

Sempre all’interno del programma letterario, per la sezione Lost (and found) in translation, dedicata alla traduzione e alla mediazione culturale, curata da Eva Valvo, si terranno gli incontri Tradurre la fantascienza con Flora Staglianò e Silvana Palumbieri e Tradurre l’arabo con Elisabetta Bartuli, e Barbara Teresi, traduttrici e scout di letteratura araba contemporanea.

Confermata l’amata formula del translation slam, una sfida di traduzione letteraria tra alunni delle scuole palermitane, guidati da traduttori professionisti, dove agli studenti sarà proposto un testo di Ursula K. Le Guin (1929-2018), autrice statunitense di romanzi fantasy e fantascientifici che vanno ben oltre la letteratura di genere, toccando temi di grande attualità quali l’identità, la pace e il rapporto con l’ambiente.