Endurance in Antarctica 1915 Hurley a090007

Era sul fondo dell’oceano dal 1915, a 3.008 metri di profondità del gelido mare di Weddel, l’Endurance, la nave con cui l’esploratore Ernest Shackleton partì alla volta dell’Antartide, che finì lentamente intrappolata nei ghiacci della banchisa, fino ad affondare.

Ora è stata ritrovata dalla spedizione Endurance22, organizzata da The Falklands Maritime Heritage Trust.

La nave per la ricerca polare S. A. Agulhas II è salpata dal Sudafrica a inizio febbraio e, nel mare di Weddel, ha iniziato le ricerche nelle profondità usando due robot sottomarini Saab Sabertooth, attorno alla posizione segnata dal capitano dell’Endurance, Frank Worsley, quando il vascello si era inabissato.

Il relitto è stato trovato circa 6,5 km a sud del punto indicato dal capitano, i robot sottomarini hanno esplorato il fondale usando sonar e, quando l’Endurance è stata localizzata, sono stati dotati di telecamere ad alta risoluzione e altri strumenti per effettuare riprese e scansioni.

La nave è in ottimo stato di conservazione, a detta dei suoi scopritori, infatti appaiono parte dello scafo, la poppa con il nome della nave, il timone, merito delle temperature bassissime e dell’assenza in queste acque di organismi che degradino il legno e quindi i relitti delle navi.

Ora i sottomarini si sono limitati a fare riprese video e rilievi che saranno utili agli studiosi, mentre intanto, in superficie, altri scienziati effettuavano studi e rilievo sulla situazione e l’evoluzione del ghiaccio marino.

Il relitto dell’Endurance resterà sul fondale antartico, tributo all’era delle esplorazioni polari e a una incredibile storia vera di sopravvivenza.

Shackleton arrivò in Antartide a bordo dell’Endurance, partita dalla Gran Bretagna nell’agosto 1914, con altri ventisette uomini, con l’obiettivo di compiere il primo attraversamento dell’Antartide, ma la sua nave nel gennaio 1915 restò bloccata tra i ghiacci marini in movimento, fu schiacciata a ottobre e a novembre finì per affondare.

Gli uomini a bordo dovettero scendere dalla nave e  accamparsi sul ghiaccio, continuando ad andare alla deriva sulla banchisa poi, arrivati alle acque libere da ghiacci, salirono sulle scialuppe e raggiunsero la disabitata e inospitale Elephant island.

Da lì, Shackleton e altri cinque uomini si imbarcarono in un viaggio di 1.300 km che li portò ad approdare su un’isola della Georgia del Sud, poi Shackleton raggiunse una stazione di balenieri e da lì organizzò la spedizione per recuperare il resto degli uomini e, tra agosto e settembre del 1916, l’equipaggio fu recuperato da Elephant Island e portato in Cile.