Con il Natale alle porte, è giunto il momento dei tradizionali mercatini, da sempre grande passione per tantissime famiglie in cerca dei regali speciali.
Marcheno, in provincia di Brescia, organizzerà questo magico evento domenica 4 dicembre a partire dalle 14, nell’ambito della manifestazione Noi amiamo Marcheno organizzato dal Comune, che ha rivolto un invito per coinvolgere nell’iniziativa hobbisti, commercianti e venditori ambulanti.
Ogni partecipante dovrà essere provvisto del proprio stand per l’esposizione, il costo per l’iscrizione sarà di 10 euro, mentre il mercatino natalizio si svolgerà in via Marcheno Sopra..
Al pari del toponimo, riconducibile al non attestato Marcheno, a sua volta una filiazione del latino Marcus, le origini di questo piccolo borgo sono molto antiche, lo testimoniano le lapidi dell’epoca romana rinvenute nella località di Brozzo, che era un comune autonomo, come la vicina Cesovo, fino al 1927.
Si racconta che Marcheno avrebbe avuto la sua prima chiesa in epoca longobarda e economicamente trasse vantaggio dalla vicinanza a miniere di ferro e dalla presenza di miniere di carbone per forni.
Il capoluogo della zona si sviluppò soprattutto intorno al fiume, presso il quale sorsero officine che ne utilizzavano le acque e che però furono più volte danneggiate dalle inondazioni.
Durante la dominazione veneta del XVXVIII secolo venne favorita la produzione di armi e per molti versi la sua storia è strettamente legata a quella del resto della Valtrompia, infatti si assistette a un fenomeno migratorio, orientato soprattutto verso la Germania, che preoccupò Venezia tanto da indurla a negare la residenza agli emigrati.
Un’inversione di rotta si ebbe nel Settecento quando i maestri ferradori entrarono a far parte della corporazione degli archibugiari di Brescia.
Con il calo di produzione delle armi e la penuria di cereali la valle fu scossa da numerosi disordini e sia a Brozzo che a Marcheno verso la fine del XVIII secolo, quando iniziò il governo della Repubblica bresciana, si ebbero una serie di scontri che videro schierati contro gli abitanti dell’alta valle e i giacobini.
Alle testimonianze dell’architettura sacra, come il seicentesco santuario della Madonnina; la parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo, ricostruita nel XVII secolo; le parrocchiali di Cesovo e Brozzo, si aggiungono la rinascimentale casa Robbi e il maestoso palazzo Trivellini.