Uno dei Sacri Monti simbolo della storia della Lombardia nel Settecento, patrimonio dell’Unesco…
Se il Sacro Monte di Varese venne costruito nel XVII secolo, la storia del borgo di Santa Maria del Monte è molto più antica, infatti si dice che già nel IV secolo venne costruita in cima al monte una cappella per celebrare la vittoria sugli ariani.
Il santuario, primo nucleo del grande complesso, venne ampliato nel 1472, per volontà di Galeazzo Maria Sforza, duca di Milano e due anni dopo fu eretto il Monastero delle Romite Ambrosiane, fondato dalle Beate Caterina da Pallanza e Giuliana Puricelli.
Il santuario attirava numerosi pellegrini, che però dovevano percorrere una serie di difficili sentieri per giungere in cima al monte, e così che una delle romite, Suor Maria Tecla Cid, propose la costruzione di una via sacra per agevolare la visita dei fedeli, poi il padre cappuccino Giambattista Aguggiari si fece promotore della proposta coinvolgendo le ricche famiglie milanesi e gli ordini religiosi, ottenendo cospicue donazioni.
Grazie ai contributi l’opera di costruzione del complesso fu molto più rapida rispetto agli altri Sacri Monti e in meno di vent’anni le cappelle erano completate, anche se lavori proseguirono fino alla fine del secolo per la decorazione interna, dagli affreschi che fanno da sfondo alle scene raffigurate fino alle trecento statue in terracotta.
Il Sacro Monte di Varese divenne uno dei luoghi di pellegrinaggio più frequentati del Nord Italia e in oltre 300 anni di storia siano stati almeno 60 milioni i fedeli che sono transitati dalla via sacra. Tra questi ci fu San Papa Giovanni Paolo II, che venne in visita nel 1984 e una targa posta sulla terrazza del Mosè, in cima al percorso devozionale, ricorda l’evento che ebbe una grande partecipazione della comunità varesina.
Tra tutti i Sacri Monti quello di Varese spicca per la maestosità della via sacra, composta da un lungo e ampio serpentone in ciottolato, che si snoda lungo la montagna intervallato da 14 cappelle omogenee dal punto di vista architettonico, per concludersi con un borgo e il santuario, grazie al lavoro dell’architetto varesino Giuseppe Bernascone, che si occupò della progettazione delle splendide cappelle, tutte diverse tra loro ma con un unico stile comune.
La visita prende il via dalla Prima Cappella, con il primo dei tre archi in cui è suddiviso il percorso, che rappresenta i 15 misteri del rosario ed, essendo 14 le cappelle, il quindicesimo si trova all’interno del santuario.
Nei pressi degli archi si trovano anche delle fontane, che avevano lo scopo di dare ristoro ai pellegrini durante la salita.
Le cappelle sono poste a distanze regolari e il percorso offre una serie di viste panoramiche verso la città di Varese, i laghi e la pianura, dove si può scorgere in lontananza lo skyline di Milano, gli Appennini e le Alpi, dal Monviso al Monte Rosa.
A lato della terza cappella si trova il dipinto La fuga in Egitto, ideato nel 1983 da Renato Guttuso. Gli affreschi e le sculture interne alle cappelle risalgono tutti al Seicento e portano la firma di importanti artisti dell’epoca, da scultori come Dionigi Bussola,, a pittori come il Morazzone, Carlo Francesco Nuvolone e il Legnanino.
Ogni cappella è dotata di un portico per osservare la scena interna, ricco di targhe descrittive e di un pulsante per l’accensione delle luci.
Dopo la XIV cappella in cima alla via sacra l’imponente Fontana del Mosè annuncia l’ingresso a Santa Maria del Monte, il cui cuore è il santuario, ricco di decorazioni barocche.
Accanto alla chiesa si trova il Monastero delle Romite Ambrosiane, mentre intorno agli edifici religiosi si snoda il borgo, con strette viuzze, cunicoli e portici.