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Una grazia ed eleganza unici al volante…

Nato a Kilmany il 4 marzo 1936, Jim Clark era il primogenito di una ricca famiglia di agricoltori scozzesi.

La sua passione per le corse iniziò quando un amico del padre gli fece guidare una Porsche e nel 1956 prese parte alla sua prima gara con una DKW e, inizialmente, i suoi genitori ne erano all’oscuro.

Nel 1958 cominciò a prendere parte ad alcuni eventi a bordo di una Jaguar D-Type e di alcune Porsche, dove sfidò in pista lo stesso Colin Chapman, l’uomo che lo lanciò nel mondo della Formula 1.

Infatti il costruttore inglese, impressionato dalle capacità del pilota scozzese, gli offrì una vettura per disputare il campionato 1959 di Formula Junior, dove Clark ottenne risultati lusinghieri e prese anche parte alla 24 Ore di Le Mans 1959 che concluse al decimo posto.

L’intera carriera in Formula 1 di Clark fu con la Lotus di Colin Chapman, per la quale corse dal 1960 al 1968.

I primi grandi successi arrivarono nel 1963 quando la Lotus 25 vinse sette gare delle dieci in calendario, portando al primo Campionato del Mondo della scuderia inglese.

Clark avrebbe vinto ancora nel 1965, in cui per la prima volta portò una vettura a motore posteriore a vincere la 500 Miglia di Indianapolis.

L’anno successivo la Lotus non era competitiva per il nuovo regolamento che imponeva un motore da 3000 cc di cilindrata, e Jim cominciò la stagione con la Lotus 33, dotata di un motore Coventry Climax da 2000 cc, per poi passare nel prosieguo della stagione a un motore BRM H16.

Anche nel 1967 Clark e la Lotus usarono diversi tipi di vetture e di motori , come la Lotus-BRM per la prima gara in Sud Africa, poi la vecchia Lotus 33 per Montecarlo.

A quel punto iniziò la collaborazione con la Ford e il Cosworth DFV, che fu uno dei motori di maggior successo nella storia della Formula 1, e la prima vittoria fu della Lotus 49 al Gran Premio d’Olanda.

 In questa stagione Clark si rese protagonista di una impressionante rimonta in occasione della corsa italiana a Monza dove, attardato da un problema, recuperò oltre un giro ai primi e giunse in scia, nei giri finali, ai contendenti per la vittoria Brabham e Surtees, superandoli a pochi giri dal termine,  ma un calo nella pressione della benzina gli sottrasse la vittoria, relegandolo al terzo posto.

Protagonista assoluto di quella corsa, Jim abbassò il record sul giro risalente all’anno prima di ben 3 secondi e 9 decimi: qualcosa di eccezionale che spinse la folla italiana a sollevarlo in trionfo, anche se era deluso, ma felice del tributo.

Il 1968 di Clark iniziò con la vittoria nel primo gran premio della stagione, disputatosi a Kyalami, coadiuvato da una Lotus particolarmente competitiva.

Tutto faceva pensare ad un campionato dominato dal campione scozzese, ma il 7 aprile, durante una gara di Formula 2 ad Hockenheim, in Germania, Jim alla guida di una Lotus si apprestava a disputare il Gran Premio in tutta tranquillità quando, giunto alla seconda curva del settimo giro, una gomma della vettura si sgonfiò.

Il pilota britannico tentò invano di mantenere sotto il proprio controllo la sua Lotus che però sbanda e finì fuori dalla pista colpendo in pieno gli alberi al di fuori del circuito.

All’arrivo dei medici il cuore di Clark batte ancora ma clinicamente era ormai morto.

La morte di Jim fu un colpo terribile per la squadra e l’ambiente della Formula 1 e il campionato 1968 sarebbe poi stato vinto dal compagno di squadra di Clark, Graham Hill.

Durante la sua carriera in Formula 1, Jim vinse 25 Gran Premi ed ottenne 33 pole position.