La mostra Stefano Lazzari. Tra le mura ospitata a Roma nella suggestiva cornice del Museo delle Mura fino al 26 febbraio 2023, è un omaggio allo straordinario sito archeologico di Porta Appia, o di San Sebastiano, uno spazio tra i più suggestivi di Roma, ma anche scenario unico per dialoghi contemporanei.
Lazzari ha realizzato due serie di dipinti, otto tondi e un polittico di quattordici elementi, che ripropongono scorci inusuali del museo, come farebbe un turista attratto da dettagli minimi che manipolati e ingranditi possono diventare una sequenza pittorica inaspettata e dal sapore Pop.
Lungo il Camminamento, e nella Torre Ovest dedicata a spazio espositivo, Lazzari reinterpreta nel primo caso, all’aperto, il rapporto tra le Mura Aureliane e il parco ad esse retrostante, diventa essa stessa qualcosa di organico alla stregua della corteccia di un albero secolare.
Lo spettatore cammina sotto ai tondi posizionati nel Camminamento e sosta dinanzi a un polittico all’interno del Museo, dove quattordici particolari dei laterizi delle mura, ravvicinati e combinati insieme, danno l’idea di una composizione astratta, che parla di ciò che il tempo restituisce agli antichi prospetti in laterizio: manomissioni, restauri, riparazioni grossolane, vegetazione spontanea, decori improvvisati, graffiti, combinazioni e scorci inaspettati.
Testimoni dell’impero e della sua implosione, le mura raccontano una stagione della storia e una microstoria, entrambe allo stesso livello, in una sensazione tra l’astratto e il ritorno alla scabrosità naturale.
Nel 1990 Stefano Lazzari iniziò le sue ricerche attraverso la riscoperta delle antiche tecniche di lavorazione delle botteghe pittoriche tra Rinascimento e Barocco. Perugino, Raffaello, Piero della Francesca ma anche Leonardo Michelangelo e Caravaggio, che sono stati oggetto del suo studio direttamente nei musei dove ha potuto approfondire il loro modo di dipingere.
Tutto questo lo ha portato nel 2000 al brevetto per l’invenzione della Pictografia e alla fondazione della Bottega Tifernate a Città di Castello, specializzata nella riproduzione delle opere d’arte seguendo letteralmente la tecnica di esecuzione originale.
Collabora con importanti musei come il Louvre di Parigi, il Metropolitan di New York, i Musei Vaticani, gli Uffizi ed il British Museum, dove si reca per approfondire la conoscenza del colore, delle pennellate, del modo di dipingere di grandi artisti protagonisti del Rinascimento e del Barocco.
L’idea di Lazzari è quella di un ritorno alla forma con l’utilizzo di linee e curve essenziali che permettono di ricreare la suggestione che provoca un paesaggio fiorito o l’intimità di un ritratto sacro, senza distrazioni.
Nelle sue opere sono forti i rimandi alle prove di Alberto Burri, soprattutto alle composizioni più tardeconservate ai Seccatoi del Tabacco, dalle quali trae il rigore delle forme, la tecnica e le campiture pure dei colori, grazie alla conoscenza del grande maestro nella sua adolescenza.