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In occasione del centenario della sua nascita, fino al 26 febbraio 2023 Pistoia Musei presenta al pubblico Mauro Bolognini, Un Nouveau Regard. Il cinema, il teatro e le arti, a cura di Andrea Baldinotti, Vincenzo Farinella, Monica Preti e Luca Scarlini che si snoda nelle sedi di Palazzo Buontalenti e dell’Antico Palazzo dei Vescovi, nel cuore storico della città di Pistoia.

A cento anni dalla nascita di una  grande Maestro del cinema italiano, una mostra racconta in modo complessivo la sua opera e la dimensione europea della sua espressione visiva, che fu per trentacinque anni protagonista indiscusso del cinema, dell’opera e del teatro italiani,e grazie ai suoi film Marcello Mastroianni, Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Jean-Paul Belmondo, Catherine Deneuve divennero delle star.

Ci sono 200 tra manifesti, bozzetti, costumi, dipinti, fotografie e materiali di scena per una mostra che ha l’intento di riconsiderare in modo complessivo l’opera di Bolognini e di espandere la ricerca sul suo lavoro e sulla sua espressione figurativa, frutto di una sensibilità affinata in giovinezza all’ombra del cinema francese.

Mauro Bolognini nacque a Pistoia il 28 giugno 1922 nella casa di famiglia in via Dalmazia e il padre, Alduino, era  un commerciante di bestiame e la madre, Natalina Giovannini, veniva dalla vicina Montecatini.

Laureatosi architetto a Firenze, Mauro si diplomò in scenografia al Centro sperimentale di cinematografia di Roma, per poi orientarsi verso la regia come aiuto di Luigi Zampa e poi, in Francia, di Yves Allégret e Jean Delannoy e i suoi primi film erano dei  bozzetti del tardo neorealismo, come Gli innamorati (1955), e Giovani mariti (1957).

L’incontro con Pasolini gli aprì la strada a film come La notte brava (1959), Il bell’Antonio (1960), La giornata balorda (1960),cui seguitarono lavori come Senilità (1962), Agostino (1962), Bubù (1971), Per le antiche scale (1975), L’eredità Ferramonti (1976).

All’atmosfera in costume e al clima pittorico toscano di La viaccia (1961) si riallacciò nel 1970 con Metello, dove la struttura del romanzo di Vasco Pratolini gli consentì un’evocazione perfetta del Novecento toscano.

Lavorò anche a Imputazione di omicidio per uno studente (1972), Libera, amore mio! (1973), ritirata per problemi politici, Fatti di gente perbene (1974), La storia vera della signora dalle camelie (1981), La venexiana (1986), Mosca addio (1987) e La villa del venerdì (1991).

Inoltre Bolognini diresse nel 1984 il videoclip della canzone Assassino per Amanda Lear.

Il grande regista morì per le conseguenza della SLA nella sua abitazione a Roma il 14 maggio 2001, a 78 anni,  e ora la sua tomba si trova nel Cimitero comunale di Pistoia.