grammy awards

Sorprese a tutto campo ai Grammy 2023 dove, con Harry’s House, Harry Styles ha vinto il Grammy per l’album dell’anno.

La cantante jazz Samara Joy ha vinto il Grammy per il miglior nuovo artista dell’anno lasciando a bocca asciutta i Måneskin, considerata tra i favoriti tra i dieci candidati al premio, uno dei quattro più importanti della serata.

Gli altri due premi di rilievo sono andati a Lizzo per la registrazione dell’anno (‘About Damn Time’) e, di nuovo a sorpresa, alla 73enne Bonnie Raitt per aver scritto la canzone dell’anno: ‘Just Like That’ e’ un brano folk tradizionale su un trapianto di cuore.

Adele ha vinto nella categoria miglior performance pop per ‘Easy on Me’. Per Beyoncé, seduta tra i vip della Crypto.com Arena (l’ex Staples Center) trasformata in bistro’, e’ stata una serata agrodolce: con tre vittorie ancora prima che cominciasse la diretta da Los Angeles e altre due durante la trasmissione sulla Cbs,

Queen B si e’ confermata la regina dei Grammy conquistando nell’arco della sua carriera 32 premi, uno in più del primato precedente detenuto fino a oggi dal direttore d’orchestra Georg Solti, morto nel 1997.

Viola Davis, con l’audio-libro del suo memoir ‘Finding Me’, e’ entrata nell’esclusivo club degli Egot, i vincitori di Emmy, Grammy, Oscar e Tony.

L’edizione 2023 dei premi ha reso omaggio con un tributo di 12 minuti curato da Questlove all’hip hop, un genere finora secondo molti trascurato ai Grammy e che quest’anno celebra il suo primo mezzo secolo. ‘Baraye’, l’inno delle proteste in Iran, ha vinto il primo Grammy per la canzone che ispira cambiamenti sociali nel mondo. Ad annunciarlo è stata la first lady americana Jill Biden.

I Grammy Awards sono  i premi istituiti dalla Recording Academy, l’associazione di categoria americana che raggruppa musicisti, produttori, tecnici del suono e altre figure professionali della filiera musicale musica, nel 1959 per onorare ogni anno i grandi successi dell’industria discografica.

Da manifestazione di nicchia, con la prima edizione, tenuta simultaneamente al Beverly Hilton Hotel di Beverly Hills, in California, e al Park Sheraton Hotel di New York City, che non fu seguita dai mass media, e la prima diretta televisiva arrivò solo nel 1971, l’evento è diventato uno degli appuntamenti stagionali per il pubblico, non solo per le prestigiose esibizioni che ne caratterizzano la scaletta ma anche per le polemiche che  sorgono durante o a margine della serata.

La statuetta consegnata in dono ai vincitori raffigura un grammofono dorato e in  un primo momento i responsabili della Recording Academy avrebbero voluto battezzare il riconoscimento Eddie in onore di Thomas Edison, l’inventore del fonografo, ma l’eccessiva somiglianza  con gli Emmy, convinse i vertici dell’Academy a ripiegare sul grammofono, simbolo della fruizione musicale di massa per mezzo di supporti fisici.

Fin dalle primissime edizioni la manifattura dei trofei fu affidata all’azienda Billings Artworks di Ridgway, in Colorado.

Negli anni il design del premio è stato via via modificato, infatti  l’ultima revisione dell’aspetto della statuetta fu effettuata nel 1990.

Poichè non è resa nota l’identità dei premiati fino al momento della premiazione, le statuette che vengono assegnate durante la diretta televisiva sono riutilizzate di anno in anno solo per la serata di gala e ai premiati viene consegnata solo in un secondo momento il premio di proprietà con il lorio nome inciso alla base della statuetta.

Benché i titoli più ambiti siano quattro, Album of the Year, che premia interpreti, autori e team produttivo di un disco; Record of the Year, che premia interpreti, autori e team produttivo di un singolo; Song of the Year, che premia l’autore di una canzone; Best New Artist, premio riservato al miglior debuttante, le categorie nelle quali si articolano i Grammy Awards sono moltissime, e spaziano non solo tra generi, ma anche tra ruoli, andando a onorare anche le figure del mondo della musica che solitamente rimangono dietro le quinte.

Nel 2012 i premi vennero ridotti da 109 a 78, con la dismissione di alcune categorie e l’accorpamento di altre e il numero di categorie salì a 81 nel 2013 con l’introduzione dei premi Best Classical Compendium, Best Latin Jazz Album and Best Urban Contemporary Album, a 83 nel 2015 con ulteriori modifiche, e con l’introduzione, nel 2017, dei premi Best Choral Performance and Best Jazz Vocal Album.