46653 00

Cuore della grandiosa Piazza Ducale, il primo nucleo del Duomo di Vigevano fu edificato nel 1364 grazie all’opera di Bartolino da Novara.

La costruzione di un nuovo edificio dedicato a Sant’Ambrogio, Vescovo di Milano, fu avviata dal Duca Francesco II Sforza nel 1532 su disegno di Antonio da Lonate e terminò il 24 aprile 1612.

Nel XV secolo, con l’ideazione della piazza, la facciata sul lato corto era stretta tra la rampa al Castello, che doveva superare i 7 metro di dislivello tra il piano dell’agglomerato urbano e quello della residenza ducale castellata, e i vicoli laterali, infatti la torre campanaria, ancora oggi visibile, era parte della fortificazione del castello.

L’ ultimo duca degli Sforza, Francesco II, ottenne nel 1530 dal Papa Clemente VII il passaggio del borgo al rango di città con sede vescovile e della chiesa maggiore al titolo di cattedrale, portando alla ricostruzione totale del 1531, ad eccezione della parte absidale e del coro, su progetto di Antonio da Lonate. Ma i lavori termineranno solo nel 1606.

Nel 1680 il cardinale Juan Caramuel fede demolire la rampa di collegamento alla torre del Castello, per costruire la nuova facciata della cattedrale.

Il lato orientale diviene una quinta divisa in quattro settori, su cui si affaccia il complesso. In tal modo la piazza allungandosi in asse con la chiesa, divenne il sagrato della chiesa, fine è raggiunto anche attraverso il posizionamento del fronte, che ha .lo scopo di nascondere i vicoli retrostanti e di mascherare il tempio non ortogonale alla piazza.

Nel 1716 viene innalzata la cupola e nel 1828-58 una decorazione a fresco falsificò i valori tardo-rinascimentali delle strutture.

La facciata barocca, con la particolare curvatura ellissoidale e la straordinaria sobrietà, è tra gli esempi più raffinati di architettura barocca.

Nell’interno, a croce latina e a tre navate, ci sono notevoli opere d’arte, nel terzo altare a sinistra dell’ingresso c’è un polittico a tempera di scuola leonardesca, sull’altare maggiore un paliotto settecentesco, con inserite figure ricamate in seta ed oro, e tratte da un paramentale cinquecentesc mentre, nel transetto destro, ci sono dei dipinti attribuiti a Macrino d’Alba e Bernardino Ferrari

Adiacente al Duomo si trova il Museo del Tesoro del Duomo, costituito, in massima parte, da doni di Francesco II Sforza, con preziosi corali e codici miniati da Agostino e Ferrante Decio, un pastorale in avorio, La Pace, un preziosissimo reliquiario in argento cesellato in oro di scuola lombarda, calici di varie epoche.

La donazione più importante è costituita dalle due serie di arazzi fiamminghi provenienti da Bruxelles ed Oudenaarde, raffiguranti la parabola del figliol prodigo, storie di Ester ed Assuero, storie di Giuseppe Ebreo e storie di Alessandro Magno.