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Dopo il periodo di Carnevale inizia, con il Mercoledì delle Ceneri, il periodo della Quaresima che culmina con la Settimana Santa.

La Quaresima è un periodo di circa 40 giorni per invitare i fedeli a imitare il periodo di meditazione e di penitenza che Gesù trascorse nel deserto prima di iniziare la predicazione e di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo.

Inizialmente il periodo quaresimale era  osservato in modo difforme dalle varie Chiese, ad esempio  la Chiesa di Alessandria osservava un periodo di digiuno che coincideva con la Settimana Santa, mentre poi la Chiesa di Roma aggiunse prima due settimane a questo periodo di penitenza e poi altre tre.

Nel 325, durante il Concilio di Nicea, si stabilì un unico giorno per tutta la cristianità per la celebrazione dei riti e della festa, legato al novilunio di primavera, e dato che il criterio per stabilire quella data non era unico si stabilì che fosse la Chiesa di Alessandria a determinare la data.

Cosi nel 525 fu deciso  che la Pasqua dove essere festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera, tra il 22 marzo e il 25 aprile.

Ad esempio, se l’equinozio di primavera si verifica sabato 21 marzo, la Pasqua si festeggerà il 22 Marzo e, se avviene il giorno dopo il plenilunio,  bisognerà aspettare più di un mese, ma mai oltre il 25 aprile.

La Pasqua della chiesa Cattolica e quella della chiesa Ortodossa differiscono dato che la prima fa riferimento al calendario Gregoriano mentre la seconda a quello Giuliano.

Prima della Pasqua c’è la Settimana Santa,  il periodo in cui si celebrano i riti che condurranno alla resurrezione di Cristo e si apre con la Domenica delle Palme.

Il lunedì si racconta l’invocazione di Gesù nell’orto degli ulivi, il martedì è il giorno della lavanda dei piedi agli apostoli per rinnovare la memoria di quell’atto di umiltà con cui Gesù Cristo lavò i piedi ai suoi apostoli.

Gli altri atti della Passione, come la flagellazione e la coronazione di spine, sono  rievocati il mercoledì,  il giovedì Santo è il ricordo dell’Ultima Cena di Gesù, e celebra l’istituzione dell’Eucaristia e si spogliano gli altari per rappresentare Gesù Cristo spogliato delle sue vesti per essere flagellato e affisso alla Croce.

Dal giovedì fino al sabato Santo si legano le campane in segno di partecipazione alla passione e alla morte di Cristo.

Tra i riti della Settimana Santa la giornata del venerdì è la più intensa perché si ricorda la passione e morte di Cristo, adorando la Croce e si può assistere alla rappresentazione della Via Crucis per le strade cittadine.

Il giorno di Pasqua diventa così la commemorazione della Resurrezione di Cristo.

Nella tradizione cristiana Cristo è identificato con l’agnello, che simboleggia il passaggio di Gesù dalla vita mortale a quella immortale, come Figlio di Dio.

I primi Padri della Chiesa festeggiavano la Pasqua in concomitanza con il giorno della Passione e della morte di Cristo, mentre nel III secolo San Cipriano decise di commemorare non solo la morte, con mestizia, ma di ricordare anche il giorno della Resurrezione ed a festeggiare, non con tristezza, ma con gioia, questo grande momento della cristianità.