La scrittrice che narrò la vita di Gesù con grazia e poesia….
Elena Bono nacque a Sonnino, in provincia di Latina, il 29 ottobre 1921, il padre era uno studioso della letteratura classica e per via del suo lavoro la famiglia si trasferì presto a Recanati, dove la Bono si interessò profondamente a Giacomo Leopardi e disse di questo legame che “La notte è troppo pesante sopra il mio capo”
Elena aveva 10 anni quando la famiglia si stabilì a Chiavari, in Liguria, dove il padre era preside del liceo classico e li si esercitò sui classici greci e latini, tradusse Sofocle ed iniziò a scrivere.
Il primo “risveglio alla storia”, come lo definì, fu dopo l’8 settembre 1943, quando vide i soldati italiani in rotta e una vecchietta che si scagliò contro due SS che li inseguono.
La Bono nell’Appennino entrò in contatto con le formazioni partigiane della zona e riportò informazioni su imminenti rastrellamenti.
Una gran parte delle opere di Elena si ispira alla Resistenza, coma la trilogia Uomo e Superuomo che include Come un fiume come un sogno, Una valigia di cuoio nero e Fanuel Nuti. Ma è nelle sue poesie che questi temi assumono valenza esistenziale e universale tra le liriche di Piccola Italia e le Stanze per Rinaldo Simonetti “Cucciolo” in ricordo di un bambino fucilato.
Negli anni Cinquanta la Bono fu l’autrice di punta di Garzanti insieme a Pasolini, che voleva trarre un film da un suo libro ma lei gli disse di no, come fece poi anche con Visconti.
Per l’editore milanese pubblicò a breve distanza le liriche I galli notturni nel 1952, l’opera teatrale Ippolito nel 1954, i racconti Morte di Adamo nel 1956, con il racconto La moglie del procuratore, su Claudia, la consorte di Ponzio Pilato, e le poesie Alzati Orfeo nel 1958.
Da allora la Bono scrisse non solo poesie ma anche romanzi, opere teatrali e, la biografia del capo partigiano Aldo Gastaldi, che conobbe durante la guerra quando era sfollata a Bertigaro sull’Appennino ligure in seguito al bombardamento di Chiavari.
Ma il successo durò poco, infatti Elena, non aderì alle avanguardie letterarie di moda, rifiuta tanto l’ermetismo quanto gli sperimentalismi seguenti, scegliendo una poetica legata alla fede religiosa e la lezione stilistica dei classici greci e latini, dei poeti orientali, di Foscolo e Leopardi.
Nella sua casa in Liguria accolse volentieri chi desiderava conoscerla e le scolaresche che andavano a trovarla fino alla scomparsa, avvenuta il 26 febbraio 2014 dopo una lunga malattia.
Gran parte del lavoro della Bono è riemersa grazie ad un piccolo editore di Recco, Le Mani, che nel 2007 fece uscire l’opera omnia poetica e il suo teatro.