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Lo scrittore e giornalista che, dopo una vita tra interviste e saggi diventati parte della storia del Novecento, visse i suoi ultimi anni sulle rive svizzere del Lago Maggiore….

Emil Ludwig, primogenito di una famiglia ebraica, nacque a Breslavia, che era in quegli anni parte della  Germania, per poi essere ceduta alla Polonia, il 25 gennaio 1881.

Da giovane Ludwig studiò legge ma abbandonò l’università  per dedicarsi alla carriera letteraria con la stesura di commedie e novelle ma nel 1906, a causa della censura della Germania del kaiser, si trasferì in Svizzera, per poi tornare in patria durante la prima guerra mondiale.

Emil tra il 1914 e il 1918 lavoro come corrispondente del Berliner Tageblatt presso Vienna e Istanbul e nel corso degli anni Venti divenne famoso per le sue biografie con uno stile, che univa la ricca descrizione di fatti storici a eventi di finzione, oltre a una forte importanza all’analisi psicologica dei personaggi.

Dopo la sua biografia di Goethe pubblicata nel 1920, Ludwig scrisse quelle di Otto von Bismarck e di Gesù .

Le sue opere vennero edite anche oltre i confini della Germania e  da ciò Ludwig trasse una discreta fortuna economica, soprattutto negli anni Quaranta.

Nel frattempo lo scrittore conobbe Josif Stalin a Mosca il 13 dicembre 1931 e  un estratto dell’intervista è compenso nel libro di Stalin su Lenin, e inoltre Ludwig racconto la storia dell’incontro nella sua biografia sul grande politico.

Successivamente Ludwig intervistò Benito Mussolini nel 1932 e raccolse le sua impressioni del duce nel saggio  Colloqui con Mussolini che, tradotto da Tommaso Gnoli, venne  pubblicate da Mondadori nel 1932.

In seguito Mussolini fece apportare numerosi cambiamenti e tagli nelle varie ristampe dei Colloqui, come documentò una nuova edizione, pubblicata sempre da Mondadori nel 1950, inoltre l’opera fu pubblicata anche in tedesco, come Mussolinis Gespräche mit Emil Ludwig.

Ludwig incontrò poco dopo Tomáš Masaryk, fondatore presidente della Cecoslovacchia, e il suo lavoro fu pubblicato nel 1936  nel saggio Difensore della democrazia, come omaggio ad uno dei pochissimi personaggi politici su cui espresse un giudizio soggettivo.

Nel 1932 lo scrittore acquisì  la cittadinanza svizzera, ma quando la sua nuova casa fu minacciata dalle potenze dell’Asse emigrò negli Stati Uniti nel 1940, dove lavorò come soggettista per Il pazzo di Hitler di Douglas Sirk .

Negli anni conclusivi della seconda guerra mondiale Emil tornò, come giornalista,  in Germania ed ebbe un ruolo di primo piano nel recupero delle bare di Goethe e Friedrich Schiller, scomparse da Weimar tra il 1943 e il 1944.

Rientrato in Svizzera dopo la guerra, Emil Ludwig morì il 17 settembre 1948 a Moscia, una frazione di Ascona, sul Lago Maggiore.