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L’ultima domenica di  maggio è il momento della Pentecoste, che celebra un momento fondamentale nella storia del Cristianesimo…

Tra gli Ebrei la Pentecoste era inizialmente denominata festa della mietitura e dei primi frutti,  si celebrava il 50° giorno dopo la Pasqua ebraica ed era l’inizio della mietitura del grano, vista dalla Bibbia come una grande festa agricola.

In greco Pentecoste significa la  50ª giornata e , riferendosi alla festa delle Settimane, è citato nella storia di Tobia  e nel secondo libro dei Maccabei.

Così lo scopo di questa festa, era il ringraziamento a Dio per i frutti della terra, cui si aggiunse il ricordo della promulgazione della Legge mosaica sul Monte Sinai.

Secondo il rituale ebraico, la festa vedeva il pellegrinaggio di tutti gli uomini a Gerusalemme, l’astensione totale da qualsiasi lavoro, un’adunanza sacra, particolari sacrifici ed era una delle tre feste di pellegrinaggio che ogni devoto era invitato a celebrare a Gerusalemme.

L’episodio della discesa dello Spirito Santo in quel girono è narrato negli Atti degli Apostoli, mentre gli apostoli insieme a Maria, la madre di Gesù, erano riuniti a Gerusalemme nel Cenacolo, forse nella casa della vedova Maria, madre del giovane Marco, il futuro evangelista, dove presero poi a radunarsi abitualmente quando erano in città e a Gerusalemme c’erano gli ebrei in gran numero, per festeggiare la Pentecoste.

La Bibbia dice che “Mentre stava per compiersi il giorno di Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi”.

Il passo degli Atti degli Apostoli, scritti dall’evangelista Luca in greco, continua con la prima predicazione dell’apostolo Pietro, che assieme a  Paolo aprì il cristianesimo all’orizzonte universale, sottolineando l’unità e la cattolicità della fede cristiana, dono dello Spirito Santo.

I cristiani inizialmente chiamarono Pentecoste, il periodo di cinquanta giorni dopo la Pasqua, ma fu Tertulliano, apologista cristiano, il primo a parlarne come di una festa in onore dello Spirito Santo. Alla fine del IV secolo, la Pentecoste era un momento solenne, durante la quale era conferito il Battesimo a chi non aveva potuto averlo durante la veglia pasquale.

Le costituzioni apostoliche dimostrano la diffusione dell’Ottava di Pentecoste nell’Oriente, mentre in Occidente compare in età carolingia.

Se l’Ottava liturgica si conservò fino al 1969;, i giorni festivi di Pentecoste furono invece ridotti nel 1094, ai primi tre giorni della settimana, poi diventati  due dalle riforme del Settecento.

All’inizio del XX secolo venne eliminato anche il lunedì di Pentecoste, oggi conservato come festa in Francia e nei Paesi protestanti.

Il tema della Pentecoste, erano molto diffuse nell’arte medioevale, che mostrava lo Spirito Santo calare sulla Vergine e sugli apostoli nel Cenacolo nella forma di lingue di fuoco e non di colomba.

Lo schema compositivo richiama quello dell’Ultima Cena, trovandosi nello stesso luogo, cioè il Cenacolo, e lo stesso gruppo di persone, dove Gesù è sostituito da Maria e il posto lasciato vuoto da Giuda è occupato da Mattia, simbolo dell’unità dell’aggregazione e successione apostolica, pronta a raggiungere i confini del mondo.