Nel 2023 sono 145 anni dalla fondazione della Scuola di Belle Arti di Santa Maria Maggiore, l’unica ancora in attività sull’arco alpino italiano e, dopo due anni di interventi strutturali, di ampliamento del percorso espositivo e di ristrutturazione delle sale, la Fondazione Rossetti Valentini ha riaperto le porte di questo luogo così speciale, che fu luogo di sperimentazione e confronto con le correnti artistiche europee.
In occasione della riapertura della Scuola la mostra Enrico Cavalli (1849-1919) Tra la Francia di Monticelli e la Val Vigezzo di Fornara e Ciolina, organizzata dalla stessa Fondazione Scuola di Belle Arti Rossetti Valentini in collaborazione con il Comune di Santa Maria Maggiore, intende approfondire, fino al 26 novembre, per la prima volta l’attività artistica e didattica, ma anche la dimensione umana di Enrico Cavalli.
La Scuola Rossetti Valentini, fondata nel 1868 dal pittore Gian Maria Rossetti Valentini per accogliere i ragazzi della valle all’arte del disegno e della composizione pittorica, ha dato spazio all’estro artistico di diversi importanti protagonisti dell’arte italiana tra Otto e Novecento.
Guidati da Enrico Cavalli, molto amato e apprezzato, pittori come Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara e Gian Maria Rastellini, Maurizio Borgnis e Lorenzo Peretti Junior, hanno ricevuto proprio a Santa Maria Maggiore le basi del disegno di figura e del ritratto.
Figlio del pittore Carlo Giuseppe, Enrico Cavalli, visse la giovinezza e parte della maturità in Francia: a Grenoble, a Lione e a Parigi.
Con lo scoppio della guerra franco-prussiana Cavalli si trasferì a Marsiglia, dove conobbe Adolphe Monticelli, poi nel 1881 fece ritorno a Santa Maria Maggiore, dove, fino al 1892, insegnò nella locale Scuola d’Arte voluta da Rossetti Valentini.
La sua pittura è stata molto valorizzata negli anni Venti – Trenta con riconoscimenti di affermati critici e con acquisti da parte di collezionisti come Alfredo Giannoni, benefattore novarese della locale Galleria d’Arte Moderna, Gustavo Botta, Giacomo Jucker, l’onorevole Giacinto Gallina e altri.
Questa esposizione in particolare mette n evidenza da un lato i legami di Cavalli con la Francia di François-Auguste Ravier e di Adolphe Monticelli, i cui insegnamenti in materia di luce e colore furono determinanti per la sua formazione, dall’altro le radici vigezzine, che hanno visto in Fornara e Ciolina due eredi e che hanno trasformato quel piccolo centro di montagna nella famosa Valle dei pittori, ma anche far comprendere come l’attività di Enrico fu sempre in dialogo con gli artisti del suo tempo, in particolare lombardi.
Il percorso espositivo si apre con gli anni della formazione, quando agli insegnamenti del padre Carlo Giuseppe si sono aggiunte le suggestioni francesi di Monticelli, che gli hanno fatto scoprire la forza della luce e la bellezza della pennellata sciolta, come dimostrano i numerosi ritratti, il genere più insegnato nella Scuola.
Si affronta poi il rapporto di Cavalli con la Scuola e quello, costruttivo e appagante, con gli allievi, a cui seppe trasmettere l’importanza della libertà creativa e la forza di un colore che sa catturare la luce e infine si arriva ai paesaggi marini, realizzati in Liguria e nel sud della Francia, quando Cavalli aveva lasciato l’insegnamento, e con i progetti decorativi e le vedute vigezzini.
La mostra è inserita nel progetto Val Vigezzo. La valle dei pittori, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del bando in Luce – Valorizzare e raccontare le identità culturali dei territori della Missione Creare attrattività dell’Obiettivo Cultura, che mira alla valorizzazione culturale e creativa dei territori di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta rendendoli più fruibili per le persone che li abitano e i turisti, in una prospettiva di sviluppo sostenibile sociale che economico.