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Il mese di ottobre, che era l’ottavo nel calendario dell’antica Roma, si apriva con le celebrazioni di Fides e Honor.

Fides era una delle divinità principali che consolidava il legame tra i cittadini romani, così come Pietas regolava il rapporto con gli Dèi.

La festa di Fides veniva celebrata dai tre Flamini maggiori, cioè  i sacerdoti addetti al culto di Giove, Marte e Quirino, riuniti , che si recavano al suo tempio su di un carro coperto, trainato da due cavalli.

In seguito i flamini officiavano il culto con le mani coperte fino alle dita, come simbolo della custodia della fede ed era un momento di straordinaria unità del popolo romano e di esso con i suoi dèi, dove tutti erano assolutamente certi che ognuno stesse svolgendo la sua funzione nel miglior modo possibile.

Pochi giorni dopo, il 7 ottobre , si ricordava Giove folgoratore, che era il padrone della folgore che avrebbe colpito i colpevoli di spergiuro.

Su questa festa Tito Livio  tramanda l’episodio di Mezio Fufezio, comandante di Alba Longa nel momento del vittorioso combattimento degli Orazi, cioè i guerrieri rappresentanti Roma, contro i Curiazi , che si battevano per Alba Longa, che aveva appena stabilito che l’Urbe avrebbe avuto la supremazia tra le due città, legate però da antichissimi vincoli.

Nella guerra che Roma aveva intrapreso subito dopo contro Velo e i fidenati Mezio Fufezio anziché schierare le truppe di Alba Longa fin da subito in campo con gli alleati romani, aveva preferito starsene in disparte per capire prima chi avrebbe vinto la battaglia.

Dopo che la vittoria arrise ai romani, il re di Roma Tullo Ostilio invitò gli albani a condividere lo stesso accampamento per i festeggiamenti.

Ma quando gli albani entrarono disarmati nel luogo stabilito per assistere all’assemblea pubblica di ringraziamento, Tullo Ostilio li fece circondare dai propri soldati armati, e disse “Mezio Fufezio, se tu fossi in grado di apprendere la lealtà e il rispetto dei trattati, ti lascerei in vita e potresti venire a lezione da me. Ma siccome la tua è una disposizione caratteriale immodificabile, col tuo supplizio insegna al genere umano a mantenere i sacri vincoli che hai violato. Pertanto, come poco fa la tua mente era divisa tra Fidene e Roma, ora tocca al tuo corpo essere diviso”.

Il corpo di  Mezio Fufezio fu legato a due cavalli, spronati a correre in direzioni opposte e, dopo la tragica fine del suo re, Alba Longa fu distrutta, e  gli abitanti vennero portati a Roma, sul colle Celio.