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Nell’Antica Roma il mese di novembre era quello dei Ludi Plebei, che si tenevano dal  4 al 17 novembre e includevano sia rappresentazioni teatrali  che  competizioni atletiche. 

Durante la manifestazione, che si svolgeva nel Circo Flaminio, si teneva anche la Festa di Giove (Epulum Iovis) il 13 novembre e  una parata di cavalleria il 14 novembre, oltre a giochi nei circo nel periodo del 15–17 novembre.

I Ludi Plebei celebravano la libertà politica dei plebei, ma la tradizione variava a seconda della libertà del periodo che poteva essere accaduto sotto la tirannia dei Tarquini, oppure durante il dominio dei patrizi della prima Repubblica romana e potevano essere celebrati tra la gente comune, senza un posto ufficiale del calendario ufficiale, fino a quando i plebei non raggiunsero posizioni anche più elevate rispetto ai patrizi, al punto che Cicerone diceva  che fossero i ludi più antichi di Roma.

È ancora oggetto di dibattito l’effettivo utilizzo del circo per le corse dei carri, infatti Strabone non fa alcuna menzione di corse equestri quando cita il circo Flaminio. Valerio Massimo afferma che al suo interno venivano tenuti i Ludi Plebei, ma altre fonti negano la  testimonianza.

Tito Livio e Marco Terenzio Varrone ricordano però che alcuni giochi venivano tenuti all’interno del circo, riferendosi ai Ludi Tauri, in onore degli dei dell’oltretomba, suggerendo che erano simbolicamente legati all’area e che non potevano essere spostati in un altro edificio.

Ai Ludi Tauri correvano cavalli e non carri,  ma con un unico fantino e una processione simile a quella dei Ludi Romani era parte di questa festività, infatti Plauto presentò la sua commedia Stichus proprio ai giochi dei 200 a.C.

Tito Livio notò che i ludi furono ripetuti tre volte nel 216 a.C., a causa di un errore rituale che interruppe il corretto svolgimento.

Nelle vicinanze del circo Flaminio, sorsero numerose strutture come il  Tempio della Pietà, situato nei pressi del Foro Olitorio, di fianco al tempio di Giano, distrutto durante la costruzione del teatro di Marcello, il Tempio di Marte, posizionato a nord-ovest del circo e altri sei templi, incluso uno dedicato ad Apollo, sorgevano nel 220 a.C. nei pressi dell’area.

Nel 15, Gaio Norbano Flacco eresse nella piazza una statua dedicata al Divo Augusto e li c’era il Portico di Ottavia, ricostruito sulla precedente Porticus Metelli, con i Templi di Giove Statore,  eretto da Quinto Cecilio Metello Macedonico,  e Giunone Regina, eretto dal censore Emilio Lepido nel 179 a.C..

Uno dei tre archi trionfali, eretti in onore di Germanico, era l’ingresso alla piazza e ad est fu eretto, tra il 45 a.C. e il 17 a.C. il Teatro di Marcello, che andò ad occupare parte dell’antica area occupata dal circo tra l’attuale via del Teatro di Marcello, piazza Cairoli, via del Portico di Ottavia e le rive del Tevere, dove adesso ci sono  la sinagoga ed il quartiere ebraico.