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Tutto è pronto per la quarantaseiesima edizione del Presepio Vivente di Crosa, il piccolo comune che dal 2016 si è fuso con Lessona, ideato dal comitato organizzatore con il parroco don Fulvio Dettoma che ha definito il calendario di avvicinamento al Natale.

La tradizione è molto sentita nel paese tanto che di anno in anno le borgate preparano con cura l’avvenimento, dove nella sera della vigilia accolgono Maria, Giuseppe, i pastori e quanti si recano a seguire la manifestazione in un clima di festa, attorno al falò e, dopo una breve riflessione sul significato cristiano del Natale, i frazionisti offrono quanto da loro preparato, dolci e bevande calde a tutti i presenti.

E’ dal 1978 che questo rito si ripete grazie al gruppo che continuamente coinvolge la popolazione e la partenza è fissata alle 20.30 dalla chiesa parrocchiale dei Santi Cosma e Damiano, poi si raggiungono le frazioni fino al ritorno in chiesa alla mezzanotte per la s. messa e la nascita simbolica del Bambin Gesù, che però condensano un lungo lavoro di preparazione che il gruppo riunitosi ha pianificato nei minimi dettagli

Il nome del paese, citato per la prima volta in fonti documentarie del 1204, deriva dal latino medievale Crosa, nel significato di anfratto o via infossata, mentre  il sostantivo fa riferimento a una delle strade che attraversavano in origine l’abitato, in prossimità della parrocchiale, chiamata tuttora La Crosa.

Inglobata fin dal XIII secolo nei territori del Mortigliengo, che era divenuto un comune autonomo, comprendendo numerosi altri feudi, Crosa seguì le sue vicende storiche e politiche fino al 1627,  quando ottenne la libertà, divenendo un comune indipendente, ma in parte sotto la giurisdizione di Mortigliengo.

Munita di un importante mercato per la vendita del bestiame nel XIV-XV secolo, fu al centro di importanti traffici commerciali e in seguito alle campagne napoleoniche ottenne una completa indipendenza alla fine del XVIII secolo.

Il grazioso centro storico conserva la parrocchiale dedicata ai Santi Cosma e Damiano; edificata durante il Medioevo con la funzione di oratorio, assunse il ruolo attuale solo nel XVII secolo, quando l’abitato acquistò l’autonomia.

Divenendo parrocchiale, l’edificio fu ingrandito, con la costruzione del coro, del presbiterio, della sacrestia che risale al 1856-57 e della facciata con portico nel 1830, mentre all’interno degni di nota sono i dipinti di Pietro Angelo Reggio, che risalgono al 1860.