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A Catania il 5 febbraio si celebrerà Sant’Agata e il tema del 2024 sarà Sant’Agata e la luce del martirio nel nostro tempo con un programma che prevede una prima parte che riguarda il cammino insieme, con celebrazioni, catechesi e testimonianze e la seconda parte incentrata sulle attività della Festa, dal triduo fino al giorno conclusivo dell’Ottava.

Inoltre Missione Sant’Agata nel 2024 darà sostegno al Gruppo Appartamento Sant’Agata, la struttura di via Damiano Chiesa gestita da Caritas che accoglie donne vittime di violenza con i loro bimbi.

Il 3 febbraio ci sarà la processione che si concluderà con i devoti in ginocchio davanti all’Eucarestia e la benedizione con il Santissimo Sacramento, il 4 febbraio Messa dell’Aurora e il 5 febbraio presiederà il Solenne Pontificale della Festa di Sant’Agata con il Cardinale Marcello Semeraro, Prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi.

Durante l’ottavario, sabato 10 febbraio, ci sarà il pellegrinaggio dei fedeli di Acireale guidato dal Vescovo Antonino Raspanti, che ricambierà la visita dell’estate i2023 n occasione del 150° anniversario della sua Diocesi.

Agata nacque da una famiglia di nobili catanesi di religione cristiana, intorno al 230 d.C., mentre  la dominazione romana perseguitava chiunque professasse il cristianesimo, motivo per il quale la famiglia della giovane viveva la sua fede nel silenzio.

Nonostante le difficoltà, Agata decise fin da giovane di consacrarsi a Dio ma, tra il 250 e il 251 d.C.,  divenne proconsole della città Quirino, giunto alla sede di Catania con l’intento di far rispettare l’editto dell’imperatore.

Conosciuta la giovane, Quirino se ne invaghì e, venuto a conoscenza della consacrazione, le ordinò di rinnegare la sua fede e di adorare gli dei pagani.

Al rifiuto di Agata,  il proconsole decise di affidarla alla cortigiana Afrodisia, allo scopo di corromperne lo spirito, ma la ragazza oppose sempre un’incrollabile fede in Dio, cosi Quirino convocò Agata al palazzo pretorio.

Dal processo al carcere il passo fu breve e, dopo diversi giorni di digiuno, di fronte alla fermezza di Agata, iniziarono le torture fisiche, dalla fustigazione all’atroce strappo delle mammelle che si racconta le ricrebbero durante la notte grazie all’intervento di San Pietro.

La fede incrollabile della ragazza la condannò a un letto di tizzoni ardenti dove si racconta che, mentre il corpo di Agata veniva martoriato dal fuoco, il velo rosso, simbolo della sua consacrazione a Dio, non bruciava.

Dopo il supplizio, Agata morì in carcere il 5 febbraio 251, il suo corpo venne imbalsamato e avvolto in un velo rosso che, si racconta, fermò più volte la lava che minacciava la città, come successe ad un anno esatto dalla sua morte.

In seguito a questi prodigi, Agata fu proclamata santa e inizialmente seppellita nelle catacombe cristiane della collina di San Domenico, dopo l’Editto di Costantino del 313, il corpo della Santa fu portato nella Chiesa di Santa Maria di Betlemme.

Tra il IV e il V secolo il corpo fu trasferito nella Chiesa di Sant’Agata La Vetere, poi le reliquie furono in seguito trafugate e portate a Costantinopoli nel 1040.

Nel 1126 due soldati dell’esercito bizantino trafugarono le reliquie e le consegnarono al vescovo di Catania Maurizio nel castello di Aci.

Il 17 agosto 1126, le reliquie rientrarono definitivamente nella Cattedrale di Sant’Agata, dove vengono oggi conservate in parte all’interno del mezzobusto in argento e in parte dentro lo scrigno, anch’esso d’argento.

Sono tanti i doni preziosi che nei secoli hanno arricchito il mezzobusto della Santa e che hanno formato nel tempo un tesoro inestimabile, donato tra gli altri da personaggi famosi come la Regina Margherita di Savoia, il viceré Ferdinando Acugna e Vincenzo Bellini, come la corona che spicca sul capo del reliquiario,  in oro tempestato e pietre preziose, donato da Riccardo Cuor di Leone durante un viaggio in Sicilia.

Ogni anno, dal 2 al 5 febbraio,  spettacoli pirotecnici, celebrazioni solenni e per le strade, illuminate da chilometri di luminarie, si snodano per le vie della città in onore della Santa Patrona di Catania.