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Alle Olimpiadi di Berlino del 1936 la gara di 8 con, una delle più prestigiose discipline della canoa, vide il trionfo inaspettato di un gruppo di ragazzi statunitensi che, forti della loro amicizia, entrarono nella storia dello sport…

I nove protagonisti della grande impresa erano ragazzi della West Coast appassionati di canottaggio, nati in famiglie di umili origini, come taglialegna, pescatori, operai e agricoltori,  che avevano abbracciato presso l’Università di Seattle e perseguito con ostinazione questo sogno e la loro passione per la canea, in un contesto ancora segnato dalle conseguenze della Grande Depressione, terminata da pochi anni.

Gara dopo gara, difficoltà dopo difficoltà, il gruppo era  sempre più coeso e affiatato fino a ottenere la partecipazione alle Olimpiadi del 1936, quelle che avevano lo scopo di celebrare la grandezza del Terzo Reich nei confronti del mondo intero.

La squadra americana dell’8 con non era la favorita contro la strapotenza tedesca, i rampolli di Cambridge della squadra inglese e gli italiani, considerati come il team più esperto tra tutti i partecipanti.

Il giorno della competizione, al cospetto del Führer, la nazionale tedesca vinse con facilità tutte le gare di canottaggio, ma mancava l’8 con, la classe regina dello sport, e i tedeschi volevano farcela a tutti i costi, mentre i ragazzi americani avevano uno dei rematori malato e la corsia più sfavorevole a causa del vento.

Ma il team americano impose il suo ritmo e, con una progressione straordinaria, vinse contro ogni pronostico una gara entusiasmante.

Il leader di quei ragazzi spicca Joe Rantz, entrato nell’equipaggio per guadagnare un po’ di autostima e trovare il proprio posto nel mondo insieme alla fidanzata Joyce, oltre ad avere una dolorosa vicenda familiare alle spalle, ma la disciplina imposta dallo sport agonistico tracciò il faticoso percorso verso la maturità, dandogli l’orgogliosa consapevolezza di aver compiuto un’impresa memorabile.

Il racconto dell’eccezionale impresa sportiva è stato immortalato dallo scrittore Daniel James Brown nel saggio The Boys in the Boat, poi diventato la base del documentario I ragazzi del ‘36. Nove americani in barca alle Olimpiadi del Führer.