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La storia di come nacque il Portogallo moderno…

Il 4 ottobre 1910 un’insurrezione popolare condusse alla fondazione delela Prima repubblica portoghese e spodestò dal potere il regime monarchico costituzionale che  aveva gettato il Paese in una grave crisi politica e istituzionale.

Dopo l’entusiasmo iniziale il nuovo regime precipitò rapidamente nell’instabilità fino al 1926, quando la repubblica parlamentare venne  rovesciata da una rivolta incruenta che insediò un governo dittatoriale nelle mani dei militari.

Il colpo di stato del 1926 sarebbe diventato il sistema autoritario più duraturo dell’Europa occidentale, dopo che il  professore dell’Università di Coimbra António de Oliveira Salazar fu eletto presidente nel 1932 e  rimase alla guida del Paese come primo ministro per quasi quarant’anni. Salazar approvò una nuova costituzione e fondò l’Estado Novo, una repubblica monopartitica che regolamentava i rapporti tra lavoratori e dirigenti, proibiva gli scioperi e le serrate e controllava la pianificazione del benessere sociale attraverso una rigida censura, la propaganda e la persecuzione politica.

Nel settembre 1968 Salazar fu vittima di un ictus e fu sostituito da Marcello Caetano, suo stretto collaboratore fin dagli anni venti e uno degli architetti del Novo Estado, che  dovette affrontare le guerre coloniali del Portogallo in Africa.

Con il marzo 1974 il governo licenziò il vice capo di stato maggiore delle forze armate, António de Spínola, dopo due mesi dalla sua nomina, infatti era molto critico nei confronti del corso della politica coloniale e aveva pubblicato un libro in cui sosteneva che il Paese non avrebbe dovuto continuare la guerra in Africa, ma piuttosto cercare una soluzione politica.

Il generale Spinola era un punto di riferimento per tutti coloro che all’interno dell’esercito vedevano la necessità di un drastico cambiamento nella politica del Paese, dato che dalla fine del 1973 un gruppo sempre più numeroso di ufficiali, chiamato Movimento delle Forze Armate, si organizzò per l’insurrezione.

Guidati da comandanti come il generale Francisco da Costa Gomes e il colonnello Otelo Saraiva de Carvalho, veterani della guerra d’Angola, nel marzo 1974 i soldati tentarono di rovesciare il governo radunando un reggimento di fanteria per conquistare Lisbona, ma il  fallimento li convinse che l’unico modo per rovesciare il regime era un colpo di stato, che progettarono per il 25 aprile 1974, noto come Rivoluzione dei garofani.

Poco dopo la mezzanotte del 25 aprile Radio Renascença trasmise Grândola, Vila Morena, una canzone di José Afonso che era stata vietata durante la dittatura ed era il segnale d’inizio della rivolta.

 Nelle prime ore del giorno le truppe ribelli conquistarono i punti chiave della città di Lisbona, neutralizzando le forze fedeli al regime,  presero rapidamente il controllo di aeroporti e campi d’aviazione e s’impadronirono dei media e delle installazioni civili e militari.

Rifugiatosi nella caserma del distretto del Carmo a mezzogiorno, Caetano consegnò il governo a Spinola poco prima delle 18, mentre migliaia di cittadini scesero in strada per mostrare il loro sostegno ai militari.

Il 25 aprile era in programma nella capitale la festa per il primo anniversario dall’inaugurazione di un ristorante, e il proprietario aveva comprato dei mazzi di garofani da offrire ai clienti ma. rendendosi conto che la presenza di soldati per le strade non avrebbe permesso di aprire , un’impiegata del locale, Celeste Caeiro, decise di offrire i fiori ai soldati, che li infilarono nelle canne dei loro fucili e dei loro pezzi di artiglieria.

Da allora per  i portoghesi il garofano divenne l’icona della Rivoluzione e in Brasile il cantante Chico Buarque compose la canzone Tanto Mar, che  dice «Conservami un garofano / Volevo essere alla festa, amico».