Jean Paul Sartre nel suo studio a Parigi anni Cinquanta

Uno dei filosofi fondamentali per la storia del secondo Novecento…

Jean Paul Sartre nacque  a Parigi il 21 giugno 1905 da Jean Baptiste Sartre, ufficiale di marina, e da Anne Marie Schweitzer.

Il padre morì due anni dopo la nascita di Jean Paul e la giovane Anne Marie si rifugiò a Meudon dai suoi genitori.

Qui il nonno materno esercitò sullo scrittore una profonda influenza, mentre la madre si risposò con il direttore dei cantieri navali di La Rochelle.

Jean Paul frequentò il liceo e, dopo aver conseguito il baccalaureato,  venne ammesso alla Scuola Normale a Parigi.

In quegli anni lo scrittore conobbe Simone de Beauvoir, in celebre scrittrice e fervida promotrice di movimenti in difesa delle donne, con la quale fu sentimentalmente legato per tutta la vita.

Ottenuta l’abilitazione all’insegnamento, insegnò filosofia a Le Havre e nel 1933 si recò per un anno a Berlino con una borsa di studio dell’Istituto francese, fu testimone della presa del potere da parte dei nazisti, e lesse per la prima volta le opere di Husserl, Heidegger e Scheler.

Tre anni dopo, nel 1936, pubblicò il saggio filosofico L’immaginazione, poi insegnò per un anno a Laon, prima di diventare professore di filosofia al Liceo Pasteur di Parigi.

Nel 1938 pubblicò il romanzo La nausea e la raccolta di novelle Il muro, nei quali erano sviluppati i principi della filosofia esistenzialista.

La nausea vede Antoin Roquentin, il narratore, scoprire nell’angoscia che niente nella sua vita è motivato o giustificato, e che, d’altra parte, questa gratuità non lo esime dalla necessità di scegliere e spetta a lui solo giudicare se stesso.

I cinque racconti de Il Muro, pubblicato l’anno seguente, esprimono questi temi in un linguaggio letterario, risolvendoli senza residui nel tessuto narrativo, infatti il racconto che dà il titolo al volume rappresenta l’uomo in una situazione estrema, e il suo sforzo di assumerla, padroneggiarla, superarla.

Intanto, in quegli anni, lo scrittore prestò servizio militare a Nancy, Brumath e Mossbronn e scrisse Immagine e coscienza, dove l’immagine è vista come la prima espressione della libertà e del dramma dell’uomo.

Dopo che venne fatto prigioniero dai tedeschi a Padoux, in Lorena, e quindi internato a Treviri. Sartre si fece passare per civile e, liberato, prese parte attivamente alla Resistenza clandestina e riprese l’insegnamento al Liceo Pasteur e poi al Liceo Condorcet, dove insegnò fino alla liberazione di Parigi.

Nel 1943 pubblicò il suo primo dramma, Le mosche, riprendendo il mito all’Orestiade, e il trattato d’ontologia fenomenologica L’ essere e il nulla.

Lo scrittore nel 1945 fondò la rivista Les Temps Modernes, nella quale trovarono piena espressione le tre esperienze fondamentali della sua vita, quella filosofica, quella letteraria e quella politica.

Nel 1963 gli fu assegnato il premio Nobel per la letteratura, ma Sartre lo rifiutò, giustificando il suo gesto con ragioni personali e obiettive.

Jean Paul Sartre morì a Parigi il 15 aprile 1980.