Alle 17.00 del 15 agosto un raggio di sole illuminerà il dipinto dell’Immacolata nella Chiesa dii Madonna di Campagna a Verbania.

Ai piedi del Monterosso, tra Intra e Pallanza, due tra le storiche frazioni che formano Verbania, si trova la chiesa di Madonna di Campagna, già monumento nazionale.

Madonna di Campagna è una chiesa in stile rinascimentale cinquecentesco, edificata su un preesistente edificio romanico (Sancta Maria de Egro) di cui restano oggi soltanto il campanile del XI secolo e qualche traccia muraria.

Presenta il così detto Miracolo del sole; ogni anno da secoli, il 25 marzo e il 15 agosto puntualmente alle ore 17, attraverso il rosone della facciata, un raggio di sole illumina un dipinto dell’Immacolata.

Il nucleo primitivo della chiesa è sicuramente anteriore all’anno Mille, e il Miracolo del sole, non è un caso, e probabilmente nemmeno voluto dalla ricostruzione cinquecentesca, ma affonda le sue radici nella storia più antica e legata ai primi abitanti del Verbano.

Per collocazione, forma e morfologia il Monte Rosso, ai cui piedi sorge l’attuale edificio di Madonna di Campagna è unico sul Verbano. La sua cima è posta a quota 692 metri,consentendo una vista libera e completa a 360°, che spazia dalla valle del Toce al Cusio, dai monti della Val Grande al bacino del Lago Maggiore e ai laghi varesini.

Nulla è rimasto agli atti della chiesa romanica precedente all’attuale Madonna di Campagna, e nemmeno traccia di quello che c’era ancora prima. Certo è che questo punto è stato da sempre un luogo di culto.

Per questa sua ubicazione già la preesistente chiesa aveva la definizione di campestre. Infatti, in un documento del 1341 viene indicata come Santa Maria de Egro cioè di campagna. Dell’antica chiesa conserva anche l’affresco della “Madonna del Latte”, datato come trecentesco.

L’edificio attuale è stato costruito tra il 1519 e il 1527 seguendo il progetto di Giovanni Beretta da Brissago. La consacrazione della nuova chiesa risale però solo al 1547, la decorazione interna fu iniziata nel periodo, ma conclusa solo nei decenni successivi e nella prima metà del Seicento.

La facciata è a capanna con un rosone centrale, rivestita con blocchi squadrati sempre in serizzo grigio, molto semplice ma affascinante nelle sue linee lombardo – rinascimentali.

Al centro si apre un bellissimo portale d’accesso in pietra calcarea con architrave la cui struttura esterna è ad archivolta sormontata da un timpano: le superfici sono suddivise in formelle con vari motivi decorativi e simbolici come l’Agnello nella chiave di volta. Il rosone e le due finestre monofore laterali sono in pietra gialla d’Angera. La data “10 ottobre 1527″ incisa sopra il portale, indica il termine dei lavori.

Le prime pitture in ordine di tempo sono quelle degli spicchi della cupola; esse raffigurano i quattro Dottori della Chiesa intervallati da coppie di Angeli.

Un’attenzione particolare merita la seconda cappella laterale sinistra, detta “Della Madonna delle Grazie”, con al centro il già citato affresco della Madonna del Latte, proveniente dalla chiesa più antica, un motivo pittorico che ricorre spesso nell’iconografia sacra. Fu chiamata anche Madonna dei Miracoli e più tardi delle Grazie perché i fedeli la ritenevano miracolosa; sono presenti diversi ex voto a dimostrare la devozione e le grazie ricevute.

A testimoniare l’importanza del luogo, il 22 ottobre 1578, il cardinale Carlo Borromeo decise di effettuare un pellegrinaggio di ringraziamento, per il termine dell’epidemia di peste.

La parte più monumentale della Chiesa è il grandioso complesso architettonico dominato dalla cupola, i cui affreschi sono opera di Giulio Cesare Luini (1547).

La chiesa di Madonna di Campagna, già nel 1582 possedeva un organo, costruito da Pietro Antonio, organaro di Pallanza, allievo di Giovanni Cacciadiavolo. Un inventario del 1618, custodito presso la Curia di Novara, descrive questo organo con “…dodici registri, con dentro vari e diversi singolari istromenti che lo rendono perfetto e raro…”.

Organo che con i secoli e i restauri è andato perso, sostituito da altri, uno probabilmente datato 1720 e poi dal maestoso impianto collocato sopra l’accesso principale, creato nel 1892 da Alessandro Mentasti e restaurato da Mascioni nel 1990.

L’affresco che raffigura l’Immacolata, vede al centro un viso a forma tonda, che richiama la forma splendente del sole. E’ stato poi incastonato da un lavoro di stucchi per opera di Camillo Procaccini.

Il sole compie il suo miracolo due volte l’anno da secoli, ogni 25 marzo e 15 agosto alle ore 17, puntuale un raggio di sole attraversa il rosone e illumina il dipinto della Madonna.

E i giorni nei quali si verifica il miracolo non sono stati scelti a caso, sia dal punto di vista naturale che da quello religioso.

Il 25  marzo, segna praticamente l’inizio della Primavera e il risveglio della natura; per la religione cattolico-cristiana è il giorno in cui l’arcangelo Gabriele diede annuncio del concepimento di Gesù a Maria.

Il 15 agosto, per la natura è il giorno in cui l’estate volta verso l’autunno, con le giornate che prendono già ad accorciarsi visibilmente e la temperatura inizia a cambiare, momento in cui la frutta arriva alla sua maturazione, così come il grano nei campi.

Per la religione cattolico-cristiana, si festeggia invece l’assunzione della Beata Vergine, il momento nel quale, terminata la vita terrena, Maria viene accolta in Paradiso con l’anima e con il corpo.

Intorno al VII secolo, si iniziò a celebrare l’Assunzione di Maria, il cui dogma sarà riconosciuto come tale solo nel 1950.