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Il 14 e il 15 maggio e il 21 e 22 maggio nel centro congressi di Malpensafiere, vicino a Busto Arsizio,  arriva il Festival dell’Oriente tra spettacoli, cultura, folklore, attrazioni e stand gastronomici.

Si potrà intraprendere un viaggio negli usi e costumi religiosi,  i monaci saranno disponibili per condividere la propria conoscenza e saggezza e intensi momenti di preghiera e benedizione.

Inoltre, negli stand ci saranno i bellissimo prodotti artigianali tibetani, indonesiani, giapponesi, indiani, thailandesi, birmani, mongoli, marocchini, nepalesi, malesi, indonesiani, vietnamiti, bengalesi e di molti altri Paesi.

Da non perdere sono i profumi e sapori orientali, borse, calzari, tessuti, monili, gioielli antichi, amuleti, incensi, candele, oli essenziali, oli profumati, minerali, pietre, vasi, ceramiche, libri e tanto altro.

Ma non mancheranno show, incontri, seminari ed esibizioni, oltre a decine di terapie tradizionali, visitare il settore dedicato alla salute e al benessere.

Per quanto riguarda la gastronomia  sono  presenti numerosi stand gastronomici dove si potranno degustare alcuni tra i prodotti più apprezzati, come Gyoza, Ramen, Karaage, sushi e tanto altro.

Oltre il festival è da non perdere anche una visita alla città di Busto Arsizio, in provincia di Varese, polo industriale e commerciale di grande importanza nella zona sud delle Prealpi Varesine.

Secondo alcune ipotesi, Busto Arsizio ebbe origini liguri, ma la sua pianta  dimostra la successiva presenza dei Romani, infatti faceva parte della regio XI Transpadana.

Da Busto Arsizio, in epoca romana, passava la via Severiana Augusta, strada romana consolare che congiungeva Mediolanum (Milano) con il Verbannus Lacus (il Lago Verbano, cioè il Lago Maggiore, e da qui al passo del Sempione.

Nota nell’Alto Medioevo per la concia delle pelli, la prima menzione di Busto risale al 922, quando il nome del locus fu citato in alcuni documenti di notai.

Con un decreto del cardinale Carlo Borromeo, il 4 aprile 1583 Busto Arsizio, sotto il dominio del duca Filippo Maria Visconti, fu staccata dal vicariato del Seprio e messa a capo di quella che era la pieve di Olgiate Olona, con un podestà proprio.

Le origini di quello che fu un centro tessile di primaria importanza sono nel Medioevo, infatti già  nel 1375 “quasi in ogni casa batte un telaio”, come disse lo storico Pietro Antonio Crespi Castoldi nella sua storia di Busto Arsizio.

Nella seconda metà dell’Ottocento iniziò lo sviluppo del borgo oltre la cinta difensiva, lungo la strà Balon, oggi corso XX Settembre) e la strada Garottola, oggi la via Mameli.

Il 30 ottobre del 1864 Busto Arsizio ottenne dal Regno d’Italia il titolo di città e, grazie al sotragon economico di Enrico dell’Acqua, sul finire dell’Ottocento acquistò la natura di città cotoniera e meccanica, che le assicurò per anni fortuna e benessere.

Molti imprenditori costruirono le loro ville nello stile in voga nei primi anni del Novecento, noto come lo stile Liberty, oggi parte importante del patrimonio architettonico bustocco.

Ancora oggi Busto Arsizio è un moderno centro industriale e commerciale di una delle zone più industrializzate d’Europa, l’Altomilanese.