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Fino al 18 gennaio 2021 sarà visitabile Una luce dirada l’oscurità. mostra nei luoghi-simbolo della città di Padova come il Palazzo della Ragione, Palazzo Moroni, l’Università, il Museo Diocesano e la Basilica del Santo, con protagonisti 20 Chanukkyot della straordinaria collezione della Fondazione Arte, Storia e Cultura Ebraica del Museo delle Lumi di Casale Monferrato.

Altre lampade saranno collocate nella sede del Museo della Padova Ebraica in via delle Piazze, un’iniziativa fortemente voluta dalla comunità ebraica di Padova per rinsaldare lo stretto legame con la città.

La Chanukkià è un candelabro a nove bracci che è acceso durante la festività ebraica di Chanukkà, una festa che dura otto giorni e ogni sera si aggiunge al candelabro una candela.

Nel candelabro le candele sono nove, perché una, quella centrale, chiamata Shamash, il servitore, si usa per accendere le altre.

L’uso di accendere candele nei giorni più bui dell’anno risale a quando la Giudea era sotto il dominio dell’Impero Seleucide.

Il re siriano Antioco IV Epifane impose agli abitanti pesanti tributi, proibì la pratica della fede ebraica e profanò il tempio di Gerusalemme facendovi erigere una grande statua di Giove e celebrare riti pagani.

Fu allora che il sacerdote ebreo Mattatia e i suoi cinque figli, soprannominati Maccabei, si posero a capo di una rivolta, che portò alla liberazione della Giudea.

Nel 165 a.C. uno dei figli di Mattatia, Giuda Maccabeo, entrò nel tempio con i suoi seguaci, per abbattere gli idoli e riconsacrarlo.

Per farlo era necessario accendere i lumi, ma nel Santuario si trovò olio sufficiente per un solo giorno e, inspiegabilmente, l’olio durò per otto giorni, il tempo necessario per procurarne del nuovo.

Per questo la festa di Chanukkà dura otto giorni e ogni sera, al comparire delle stelle, si aggiunge al candelabro la luce di una candela.

Nel tempo la festa ha assunto celebra la vittoria dei pochi che hanno sconfitto i tanti e sono riusciti a riconquistare la libertà.

Ed è il concetto che Una luce dirada l’oscurità vuole oggi tradurre, cioè la libertà di professare non solo la propria religione ma più in generale la propria identità.

Per questi motivi la Comunità Ebraica di Padova ha voluto allestire questa mostra, nonostante le difficoltà di questo momento: per ricordare che la luce vince sempre sull’oscurità e che integrazione, tolleranza, dialogo devono essere strada maestra per il futuro della città e di tutti noi.

La mostra sarà visitabile ogni domenica dalle 10 alle 18 con il biglietto d’ingresso al Museo e Sinagoga e il sabato sera alle 18.30 e 19.30 si terrà una visita guidata alla mostra con prenotazione obbligatoria.