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Dai frutti dolcissimi, il castagno è una delle piante più note e apprezzate…

Il castagno era già conosciuto dai Greci per le sue numerose potenzialità, come l’abbondante produzione di frutti molto nutrienti e l’utilizzo di legname, corteccia, foglie e fiori nella farmacopea.


Gli ellenici ne svilupparono la coltivazione selezionando le varietà, per poi consumare le castagne nei modi più diversi, per esempio come ingrediente nel pane nero di Sparta, sfarinate e minestre.

In seguito Greci, Fenici ed Ebrei commerciarono i frutti della piana in tutto il bacino del Mediterraneo, che era definita albero del pane da Senofonte nel IV secolo a. C.

Virgilio dava consigli sulla coltivazione del castagno, mentre Marziale disse che nell’Impero Romano nessuna città poteva gareggiare con Napoli nell’arrostire questo frutto.

Invece Plinio raccontava di come con la farina di castagne si preparasse un pane particolare di cui si cibavano le donne durante le feste in onore di Cerere, in cui era loro vietato mangiare cereali.
I latini cuocevano le castagne sulla fiamma diretta, sotto la cenere, nel latte, o come suggeriva Apicio, al tegame con spezie, erbe aromatiche, aceto e miele, ma Galeno e gli altri medici dell’epoca avvertivano che le castagne, anche se erano un cibo di gran nutrimento, generavano ventosità, gonfiore di ventre e mal di testa.

Durante il Medioevo furono gli ordini monastici a migliorare la coltivazione, con dei rimboschimenti nelle aree pedemontane, la conservazione e la trasformazione delle castagne.

 Fu allora che si affermò il mestiere di castagnatores, svolto da contadini specializzati nella raccolta e lavorazione di questi prodotti del bosco.

Le castagne divennero così l’alimento principale delle genti di montagna, identificato invece come un cibo da evitare nei menu di corte.

Nel XllI secolo iniziò a diffondersi il termine marrone per indicare le qualità eccellenti, più grosse e preziose, del frutto, viste come le meglio adatte a un consumo per pochi.

Nel Settecento il marrone ebbe un grande favore presso le classi alte, e donare a una signora grosse castagne confezionate in dolcetti glassati, noti come marrons glaces, poteva alludere a maliziosi significati.

Il castagno, longevo come la quercia e l’olivo, ha un tronco che è quasi una casa con numerose gallerie interne.

Celebre è il castagno dell’Etna, detto dei Cento Cavalli, perché si narra che diede riparo sotto la sua chioma, durante un forte temporale, alla carrozza della regina Giovanna d’Aragona con il suo seguito.

Nella cucina contemporanea le castagne sono ottime sia bollite che arrostite, offrendo se essiccate e macinate una farina utile per mille ricette, poiché sono un alimento digeribile, di alto valore nutritivo e calorico, sano perché la sua coltivazione non richiede l’uso di alcuna sostanza chimica. I marroni racchiudono un ampio patrimonio di sostanze dietetiche e nutritive che vengono assimilate dall’organismo umano con grande rapidità e, per la ricchezza di amidi e zuccheri complessi, sono particolarmente indicati nella dieta di giovani, sportivi e persone che praticano attività fisiche impegnative.