Una piccola chiesa tra le colline di Varzi, diversa da tutte le altre, nata come segnale contro la guerra. Un luogo da vedere per riflettere e capire.

Subito dopo la seconda guerra mondiale, il cappellano militare don Adamo Accosa decise di fare qualcosa che rappresentasse la pace e la convivenza tra gli uomini.

Verso il 1951, trovandosi a riedificare la piccola chiesa del suo paese, Accosa ebbe l’idea di ricostruirla con le rovine del conflitto come simbolo e auspicio di una ritrovata fratellanza umana, l’interno sarebbe stato arredato con i ricordi dolorosi della guerra, trasformando la distruzione e la morte in simboli di vita.

Grazie all’aiuto del Nunzio Apostolico Mons. Angelo Roncalli, futuro Papa Giovanni XXIII, che gli inviò la prima pietra, ricavata dall’altare distrutto di una chiesa nei pressi di Coutances, colpita duramente durante lo sbarco in Normandia nel 1944, Accosa poté dare inizio al suo progetto.

La pietra arrivò a Cella il 7 settembre 1952, dove fu benedetta e posta dove oggi sorge l’altare storico. Dopo quella pietra ne seguirono molte altre, inviate da tutte le città colpite dal conflitto, Berlino, Londra, Dresda, Varsavia, Montecassino, El Alamein, Hiroshima e Nagasaki.

Anche Milano contribuì con alcune guglie del Duomo, distrutte durante i bombardamenti dell’agosto 1943, oltre a una parte del pavimento del Duomo stesso che fa tutt’ora parte del presbiterio del Tempio di Cella. Per tutto il Tempio si sviluppa il tema della fratellanza umana.

La vasca battesimale è l’otturatore di un cannone 305 che faceva parte della corazzata Andrea Doria; da oggetto di distruzione e morte, ora dona la vita ai bambini. Il Crocefisso è costituito da Armi provenienti da tutto il mondo, che oggi raffigurano il Cristo che sopporta il dolore del mondo.

Il pulpito è composto dai resti di due navi inglesi dello sbarco in Normandia, che simboleggia quell’ideale di pace che naviga nel turbolento mondo moderno.

Sulle balaustre che delimitano la zona dell’altare sono racchiuse le sabbie e le conchiglie provenienti da tutti i fiumi più importanti del mondo. Nell’ala destra del Tempio troviamo una Madonna cinese dallo sguardo dolce assieme ad altri simboli di pace.

Il tempio ospita anche un cippo in legno, vicino all’altare, raffigurante un carabiniere che sorregge un quadro che rende omaggio ai militari uccisi nella strage di Nassiriya.

Accanto un mattone proveniente dai resti della base distrutta nel 12 novembre 2003.

Di fronte all’ingresso un monumento ricorda tutti i Carabinieri caduti in azione: è composto da un piedistallo che sostiene una statua di due carabinieri nella tormenta e un blocco di granito che sorregge una Madonnina che raffigura la Virgo fidelis, patrona e protettrice dei Carabinieri.