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Ora è la Cina a conoscere il riso italiano e sarà l’Arborio Riso Scotti di Pavia il primo riso italiano ad arrivare sulle tavole orientali.

Dopo un lungo negoziato, con il comparto della Riso Scotti, e a seguito di un protocollo siglato nell’aprile 2020, è arrivato il via libera delle autorità competenti di Pechino alle importazioni delle varietà da risotto dell’azienda, vere eccellenze del Made in Italy agroalimentare.

Anche se i regolamenti europei sulla sicurezza dei prodotti alimentari sono molto stringenti, le agenzie fitosanitarie cinesi hanno effettuato controlli molto severi prima di autorizzare l’import del riso pavese, dopo che diverse delegazioni hanno verificato l’eccellenza dei metodi di produzione.

Ora il primo di una lunga serie di container di Arborio Riso Scotti è stato sdoganato a Shangai dal distributore Guanyi.

I cinesi potranno iniziare ad acquistare riso italiano online e trovare l’Arborio nelle migliori catene del foodservice.

La Cina è un mercato potenziale di decine di milioni di consumatori, in un Paese che del riso fa il simbolo della sua cultura rurale e gastronomica, oltre che pilastro della dieta quotidiana, e che ne è il più importante produttore al mondo.

Dal canto suo l’Italia è il primo produttore dell’Unione europea con 228mila ettari coltivati e 4mila aziende che raccolgono un milione di tonnellate di riso lavorato, assicurando oltre il 50% della produzione di riso, che si distingue da quello coltivato nel resto del mondo grazie a varietà con le caratteristiche dei territori di origine.

La storia della Riso Scotti parte nella seconda metà dell’Ottocento in un mulino nel cuore della Pianura Padana, come azienda agricola dedita alla raccolta del riso grezzo presso i contadini della zona, di cui poi Pietro Scotti lavorava il cereale che commercializza per conto terzi.

Nel 1890 il figlio di Pietro, Ercole, si spostò a Villanterio sulla Roggia Mulina, stabilendo la prima sede dell’impresa su una superficie di 1.200 metri quadrati, poi Angelo e Gaetano Scotti, due degli otto figli di Ercole, seguono le orme paterne, occupandosi del trasporto del riso, avviando lo sviluppo dell’impresa come società di fatto, con il nome Fratelli Scotti e la sede principale a Villanterio.

Per effetto dei mutamenti produttivi e dell’innovazione tecnologica, l’impresa fu in grado di incrementare progressivamente la lavorazione e la trasformazione del riso e divenne ben presto una struttura industriale.

Nel 1953 Ferdinando Scotti, figlio di Angelo, acquistò un vecchio molino e riseria in località Torretta a Pavia, lo smantellò e vi trasferì la sede della società da Villanterio.

Tre anni dopo Ferdinando divenne l’amministratore unico della neonata società per azioni Riso Scotti e incorporò lo stabilimento di Villanterio, mentre chiuse definitivamente la Fratelli Scotti.

Con il 1957 la Riso Scotti passò dalla commercializzazione del prodotto in sacchetti di carta a quella attuale negli astucci di cartoncino.

Nel 1979 Angelo Dario Scotti, figlio di Ferdinando, debuttò nell’attività di famiglia, prima nell’ambito commerciale e marketing, poi dal 1986 operando in qualità di amministratore delegato e nel 1992 introdusse per la prima volta in Italia il sottovuoto.

Quando Gerry Scotti divenne testimonial dell’azienda, fu lanciato sul mercato il riso parboiled sottovuoto, adatto per i risotti e le insalate di riso.

Nel marzo 2004, come conseguenza della morte del padre nel 2003, Angelo Dario Scotti assunse la carica di presidente e venne inaugurato il nuovo polo produttivo della società Bivio Vela, su una superficie di 135.000 metri quadrati, con una capacità produttiva di un milione di quintali di prodotto.

Un anno dopo la società divenne il main sponsor della squadra di pallavolo di Villanterio, nota come la Riso Scotti Volley Pavia.

Nell’agosto 2013 Riso Scotti siglò un accordo di collaborazione commerciale e industriale con la multinazionale spagnola Ebro Foods che lavora nel settore del riso, pasta e sughi.

A Pavia nell’ottobre 2017 fu inaugurato il nuovo polo produttivo europeo dell’azienda, che diede il via alla diversificazione produttiva, con la lavorazione di 20 milioni di pezzi tra gallette, snack, cracker

Oggi nella società, dove è presente Valentina, bocconiana e primogenita di Dario, è impegnata in una forte diversificazione nella pasta di riso, negli snack, nei biscotti, nei drink vegetali, nei prodotti del benessere e della ristorazione, oltre che al progetto di ristorazione So’Riso, con le aperture in Italia e all’estero di bistrot a base di riso.