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E’ scomparsa oggi, a 90 anni, nella sua casa di Roma, Monica Vitti.

Dalla seconda metà degli anni Novanta aveva abbandonato le scene e la vita pubblica, vivendo ritirata, combattendo contro una malattia simile all’Alzheimer.

È stata uno dei simboli del mondo cinematografico italiano, con una carriera ricca di ruoli da ricordare, che spaziano dalla commedia al dramma.

Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, era nata a Roma il 3 novembre 1931.

Nel 1953 si diplomò all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico e da qui cominciò la sua carriera sul palcoscenico, esordendo in teatro con la compagnia di Sergio Tofano con la quale recita in opere di Shakespeare e Molière.

Fu proprio in questo periodo, come spiegó lei stessa in un’intervista a Oriana Fallaci, che cambiò nome su richiesta proprio di Tofano.

Accorciando il cognome della madre Vittiglia, diventa Vitti a cui per assonanza aggiunse Monica.

Debutta sul piccolo schermo nel 1956 con lo sceneggiato L’alfiere. Interpreta a teatro alcuni ruoli importanti che la mettono subito in luce in Sei storie da ridere del 1956 e Capricci di Marianna del 1959. Nel 1959 debuttò al cinema con Le dritte e, subito dopo, conobbe un regista leggendario, Michelangelo Antonioni.

Insieme Vitti e Antonioni girarono quattro film L’avventura del 1960, La notte del 1961, L’eclisse del 1961 e Deserto rosso del 1964, oltre ad avere una relazione sentimentale durata quattro anni. Nella seconda metà degli anni Sessanta Monica passò al genere della commedia dimostrando la sua spiccata dote di artista comica e la sua potenza recitativa, non solo come incarnazione delle inquietudini e del disagio.

Per la regia di Mario Monicelli nel 1968 interpretò La ragazza con la pistola, di Mario Monicelli dove interpreta una giovane siciliana che si vuol vendicare dell’uomo che l’ha “disonorata”. Nel 1969 è la volta di Amore mio aiutami di Alberto Sordi e nel 1970 Dramma della gelosia: tutti i particolari in cronaca di Ettore Scola.

Mentre la sua carriera cinematografica continuò e i riconoscimenti artistici non mancarono, con tre Nastri d’argento e cinque David di Donatello, non abbandonò mai il teatro, infatti nel 1986 recitò nella piece La strana coppia, diretta da Franca Valeri. Anche la televisione non si lasciò sfuggire questa grande interprete e la Vitti nel 1978 recitò accanto al grande Eduardo De Filippo ne Il cilindro.

Il cinema italiano visse un momento d’oro grazie anche alle sue interpretazioni e, nel contempo, alcuni registi stranieri non si lasciarono sfuggire la possibilità di averla nei loro film, ad esempio Joseph Losey la diresse nel 1969 in Modesty Blaise, la bellissima che uccide, Miklos Jancso nel 1971 ne La pacifista e Louis Buñuel ne Il fantasma della libertà del 1974.

Del 1973 è la commedia Polvere di stelle di Alberto Sordi, dove sullo sfondo dei fatti del 1943, la Vitti è la soubrette Dea Dani, che accanto al marito Mimmo, intrepretato da Sordi, è a capo di una compagnia di avanspettacolo. Un successo al botteghino e nelle repliche televisive.

Gli anni Ottanta allontanarono l’attrice dagli schermi e le sue apparizioni furono sempre più sporadiche, come nei film diretti dal compagno Roberto Russo, Flirt del 1983 e Francesca è mia del 1986.

Nel 1990 debuttò alla regia con il film Scandalo Segreto con il quale vinse il Globo d’oro come regista e come interprete e nel 1993 pubblicò l’autobiografia Sette sottane.

Il 1995 fu un momento molto importante per la sua carriera, le venne assegnato il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia. Le ultime apparizioni pubbliche della Vitti risalgono ai primi anni del nuovo millennio, poi si seppe pochissimo, fino alla sua scomparsa.