swfqefqefew

Paola Masino, una delle scrittrici più apprezzate del primo Novecento, oggi quasi dimenticata dal punto di vista letterario, nacque a Pisa il 20 maggio 1908.

Toscana di nascita e romana d’adozione, fu una bambina prodigio sotto la guida del padre, scrittore e drammaturgo, e della madre che ne incoraggiò il carattere fantasioso.

Nel 1924, giovanissima, propose a Luigi Pirandello nel foyer del Teatro Argentina il dramma “Le tre Marie”, rimasto inedito, e nel 1927 incontrò Massimo Bontempelli, allora all’apice del successo, sposato e separato, di trent’anni più grande di lei, al quale si unì in un legame esistenziale e letterario.

Dal 1928 collaborò alla rivista 900, fondata nel 1926 da Bontempelli e Curzio Malaparte, aperta a contributi internazionali con cui lo scrittore intendeva promuovere il Novecentismo, da lui definito realismo magico.

Nel 1929, non ancora maggiorenne, Paola andò a Firenze, dove collaborò col gruppo Solaria, poi si trasferì a Parigi. Qui fu la segretaria di redazione di L’Europe Nouvelle, ebbe l’occasione di frequentare gli ambienti culturali parigini e soprattutto Luigi Pirandello, nel 1931 rientrò in Italia e si unì definitivamente a Bontempelli eletto Accademico d’Italia.

Con Massimo condivise l’esilio a Venezia, la condanna a morte per Bontempelli e l’esilio per lei, la clandestinità e la povertà fino alla fine della guerra, in un sodalizio che durò fino alla morte dello scrittore.

Al primo periodo della Masino, appartengono opere d’impronta fantastica, come la raccolta di racconti Decadenza di una morte (1931) e i romanzi Monte Ignoso (1931) e Periferia (1933), autobiografici e ispirati al quartiere romano Caprera, dove aveva vissuto durante l’infanzia.

In seguito i suoi romanzi furono caratterizzati da una scrittura sobria e prosaica che narrava le tristi vicende quotidiane, come la raccolta di storie brevi Racconto grosso e altri (1941), e i romanzi scritti Memoria d’Irene e Nascita e morte della massaia, dove raccontava in forma visionaria l’adeguarsi di una ragazza ribelle e solitaria al destino di perfetta e operosa massaia, riserbatole dalle convenzioni borghesi.

Pubblicò anche versi in Poesie (1947) e libretti d’opera per Franco Mannino, con Vivì (1957), Luisella, tratto da un racconto di Thomas Mann (1969), La madrina (1973) e Il ritratto di Dorian Gray (1974).

Collaborò anche con riviste e giornali come Epoca, Noi donne e Vie nuove, partecipò a programmi radiofonici di cultura, scrivendo qualche sceneggiato.

Nel 1947, con altri intellettuali. contribuì alla nascita del Premio Strega.

Dopo la morte, avvenuta nel 1960, di Bontempelli, la Masino smise di scrivere dedicandosi al riordino dell’archivio del marito e alla cura della pubblicazione dei suoi scritti postumi, inoltre si occupò della traduzione dal francese di numerose opere letterarie.

La scrittrice morì a Roma, dopo una lunga malattia, il 27 luglio 1989.

Uscirono postumi i racconti pubblicati sui giornali, raccolti e pubblicati nel 1994 da Maria Vittoria Vittori nel volume Colloquio di notte.