Passeggiare sulle rive del Naviglio ha un suo fascino.

Una sensazione diversa in inverno, quasi avvolti nella nebbia,  pieno di aspettative in primavera, quando i giardini intorno raccontano di fiori che stanno per colorare la vita, sfolgorante in estate.

Il caldo mitigato dall’acqua, e carico di colori meravigliosi in autunno quando le foglie tra il giallo e il rossastro incorniciano l’acqua che scorre con lentezza, quasi per ammirarle prime che il vento le porti via.

Anche se viene citata per la prima volta in alcuni documenti del XII secolo, la città di Robecco sul Naviglio, che si trova sulla riva destra del Naviglio Grande, ha origini molto più antiche, con un nome che deriva dalla parola dialettale rebècch.

Durante i Visconti il signore della città fu Giovannolo di Casate, che dopo la sua morte lasciò tutti i suoi beni al figlio Cristoforo e nel XV secolo il castello passò a Sperone di Pietrasanta, cui era stato donato dal duca Filippo Maria Visconti.

Nella prima metà del Cinquecento le conseguenze della sconfitta che i Francesi subirono ad Abbiategrasso portarono la città a diventare il feudo di famiglie come i Visconti-Borromeo e i Trivulzio.

A partire dal XV secolo Robecco fu, con Cassinetta di Lugagnano, uno dei luoghi di elezione delle vacanze dei nobili milanesi e nel primo Ottocento si ampliò con le frazioni di Lugagnano e Castellazzo de’ Barzi che dopo l’Unità di Italia fu definitivamente annessa alla città.

Come già con Cassinetta, l’attrazione principale del paese sono le sue ville nobiliari, che sono in parte decadute oppure restaurate in tempi recenti, costeggianti le rive del Naviglio Grande con un notevole connubio (impatto) visivo e artistico.

La Villa Gaia o Gandini, risalente alla seconda metà del XIV secolo, ha una pianta che riprende lo schema del castello con tre cortili leggermente irregolari circondato da vari edifici. Mentre la facciata verso la strada conserva parte delle strutture originarie in cotto, quella verso il Naviglio presenta cornici dipinte alle porte e alle finestre con tre balconcini di ferro battuto.

Il cortile principale è adorno di dipinti del Cinquecento, mentre le sale sono decorate con soffitti lignei e numerosi arredi che risalgono dal Cinquecento fino al Settecento.

Di fronte al portone di Villa Gandini troviamo Palazzo Archinto, iniziato a cavallo tra il Seicento e il Settecento dal nobile Carlo Federico Pietrasanta. Avrebbe dovuto essere un complesso di cinque piani e quattro ali laterali, con una grande esedra rivolta verso il paese e due pontili.

Tutto questo rimase irrealizzato e oggi rimane solo il blocco centrale di una delle quattro ali, con due torri merlate.

Lungo Via Matteotti si può ammirare la Villa Gromo di Ternengo, che fu costruita nel Cinquecento sulle rovine di un castello e restaurata verso il 1679. La facciata si apre su un portico a tre archi, mentre sopra gli appartamenti dei nobili troviamo un attico.

L’atrio centrale decorato con affreschi conduce al retrostante giardino in cui possiamo notare la Sirenella, un padiglione adibito a imbarcadero.

Altre ville da non sottovalutare sono Palazzo Scotti, dallo schema a U e costruita secondo il gusto neoclassico, che ora ospita il Municipio; l’eccentrica Villa Terzaghi, di stile barocco lombardo, con una facciata sormontata da piloni con statue e pennacchi vari, mentre il corpo centrale della villa è diviso da un portichetto con frontone ricurvo.

La villa Dugnani, costruita nel Seicento su una precedente abitazione del Cinquecento, con una facciata dominata da due finestre con cornici in cotto; l’incompiuta Villa Sironi Marelli, costruita verso la metà dell’Ottocento su una precedente proprietà del Settecento, di cui ci rimangono le scuderie, d’influsso moresco, e i giardini, progettati da Giuseppe Balzaretto; Villa Arrigoni, costruita verso il 1692, che era un edificio padronale attiguo a un’azienda agricola, oggi incorporata in un complesso sportivo privato.

Negli ultimi anni Robecco sul Naviglio ha avuto una vera e propria riscoperta, grazie all’introduzione della navigazione su battelli.

Il periodo di navigazione che va da aprile a settembre, con l’Itinerario delle Delizie copre, con percorsi diversi tra loro per paesaggio e per durata, il tratto di Naviglio Grande compreso tra Cassinetta di Lugagnano e Castelletto di Cuggiono, uno dei tratti navigabili più suggestivi dei Navigli, completamente immerso nel verde.

Risalendo il canale s’incrociano Cassinetta di Lugagnano e Robecco sul Naviglio, con le loro famose e spettacolari ville patrizie, Pontevecchio di Magenta, Ponte Nuovo di Magenta, il centro storico di Boffalora Sopra Ticino, Bernate fino ad arrivare a Castelletto di Cuggiono da dove si può ammirare la maestosa scalinata di Villa Clerici.