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L’uomo che cambiò il volto dell’impero bizantino…

Flavio Pietro Sabbazio Giustiniano, poi noto come Giustiniano I il Grande, nacque nel 482 dopo Cristo in Dardania, nel villaggio Tauresio, dalla sorella del generale Giustino, poi diventato imperatore.

Adottato dallo zio, che gli permette di ricevere una buona educazione, il giovane studiò la filosofia e la giurisprudenza per poi dedicarsi alla carriera militare, che lo vide avanzare velocemente di grado, dopo la proclamazione a imperatore dello zio nel 518.

Tre anni più tardi Giustiniano fu nominato console, per poi diventare comandante dell’esercito d’Oriente e, tra il 524 e il 525,  si sposò con l’attrice Teodora..

Il 1 aprile del 527 fu associato da Giustino come imperatore, e ad agosto, con la morte dello zio, Giustiniano salì al trono.

Il codice giustiniano, la conquista dei molti territori in Italia e la costruzione della basilica di Santa Sofia a Costantinopoli furono parte degli anni in cui Teodora fu  al suo fianco.

In seguito a un incremento delle tasse imposto per conseguire il denaro indispensabile per la politica restauratrice dell’Impero, a cui l’imperatore ambiva, Giustiniano dovette fare i conti con l’esplosione di una rivolta che avvenne alle idi di gennaio del 532, in occasione dei giochi dell’ippodromo.

Giustiniano provò a trattare con i ribelli e destituì i ministri invisi ai rivoltosi, ma ciò non fu sufficiente per placare la sedizione, e così fu proclamato imperatore il nipote di Anastasio I, Ipazio. A quel punto Giustiniano, in preda alla disperazione, predispose le navi per darsi alla fuga, ma fu dissuaso dalla moglie, così assegnò a Narsete l’incarico di corrompere i Veneti e a Mundo e Belisario il compito di sedare la rivolta, mentre l’usurpatore Ipazio fu giustiziato  con il complice Pompeo.

Sul piano amministrativo, Giustiniano impose   riforme provinciali in discontinuità con i principi di Diocleziano, con l’accentramento del potere militare e amministrativo nelle mani di un soggetto solo, l’accorpamento in province grandi delle province più piccole e la soppressione di diversi vicari.

Tra il 535 e il 536 nacque la Prefettura delle Isole, con la Scizia, la Mesia, la Caria, le Cicladi, Rodi e Cipro, guidata da un quaestor exercitui, inoltre i praeses della Fenicia Libanese vennero elevati al rango di spectabilis, mentre quelli della Palestina Salutare divennero proconsoli.

Furono ridotti i poteri dei governatori più importanti, come il Conte d’Oriente, che divenne un governatore provinciale, e il Prefetto del pretorio d’Oriente.

Giustiniano fece anche abolire  le diocesi di Ponto e Asia, i cui vicari divennero governatori, oltre al titolo di vicario delle Lunghe Mura, mentre l’autorità del Prefetto Augosteo in Egitto fu limitata alle province di Aegyptus I e Ii e di Alessandria.

Nel 541 l’imperatore abolì il consolato, che aveva una funzione prettamente onorifica e determinava un esborso di denaro non giustificato.

Giustiniano vietò ai governatori di acquistare le cariche, prevedendo punizioni o l’esilio per chi non rispetta tale proibizione, e provò ad attribuire più autorità al magistrato incaricato di difendere i diritti delle persone più deboli.

Poi istituì la figura di un altro magistrato, il quaesitor, che doveva scoprire le ragioni per le quali i provinciali si erano trasferiti a Costantinopoli e rispedirli nelle province di provenienza nel caso in cui le motivazioni non fossero giustificate.

Ma l’imperatore non riuscì a eliminare del tutto la corruzione, che coinvolse anche molti dei suoi ministri, tra cui il prefetto del pretorio Pietro Barsime.

Con la sua attività edilizia, Giustiniano svuotò  progressivamente le casse statali e nel 542 dovette vedersela con una epidemia di peste, che provocò la scomparsa di un quarto della popolazione di tutto l’impero.

Dopo che il pretorio Giovanni di Cappadocia fu accusato di aver cospirato per diventare imperatore, Giustiniano si ritrovò senza il suo consigliere più fedele e cercò di mantenere il bilancio statale in attivo interrompendo  i pagamenti delle truppe di frontiera, note come limitanei, ma ciò determinò la diserzione di numerosi soldati nel 545.

Negli ultimi anni l’imperatore stabilì che gli eserciti non potevano più prelevare cibo dalla popolazione in assenza di un’autorizzazione scritta o gratuitamente.

Giustiniano mori il 14 novembre 565 a Costantinopoli.