Se non fosse stato per l’apertura dei Luoghi del Cuore Fai, probabilmente non avrei mai visitato Bosco Marengo,  a pochi chilometri da Alessandria.

Non è un monumento, non è solo un convento, non è solo una chiesa, è qualcosa di più, lì è davvero passata la storia.

Sorto per volontà di un Papa, Pio V, ha visto passare nelle sue grandi sale, seminaristi, soldati, giovani ribelli, artisti e politici di rilevanza mondiale.

Eppure questo sito così affascinante non fa parte dei circuiti turistici, non viene proposto come meta, ne è segnalato in maniera adeguata, non è previsto neanche un minimo di accoglienza per i visitatori, un punto di ristoro, un bookshop.

E ne varrebbe  davvero la pena, questo posto ha tante cose da raccontare, i suoi muri, 120 centimetri di spessore, custodiscono racconti che vale la pena di ascoltare.

Santa Croce è stata il primo seminario dopo il Concilio di Trento, un riformatorio, un carcere minorile, un convento, e sta preparandosi a essere la sede di un master post laurea per restauratori di opere d’arte.

E tutte queste “vite” cosi diverse s’intrecciano e mi vengono incontro, mentre stupita, seguo la guida e il suo racconto.

Il suggestivo borgo di Bosco Marengo si trova in provincia di Alessandria, a pochi chilometri dal confine tra Lombardia e Piemonte, non molto distante dal paese dove si svolse l’omonima battaglia vinta da Napoleone, sorge il complesso monumentale di Santa Croce, capolavoro di arte e fede e non solo, ma che tuttavia rimane uno dei tesori più misconosciuti del Piemonte e del Nord Italia.

La svolta per questo luogo arrivò nel 1566, quando il concittadino Antonio Michele Ghislieri divenne Papa col nome di Pio V fino ad ora unico pontefice piemontese.

Nella sua natia Bosco Marengo, si mosse nell’aiutare l’agricoltura riscattando i diritti dell’acqua per l’irrigazione e a erigere nel 1571 il monte frumentario, una banca del grano, stipendiò un medico e un maestro e lo stesso Filippo II di Spagna, grazie all’amicizia con il papa, dichiarò Bosco Terra Insigne e concesse speciali privilegi a favore della comunità boschese.

Il nome del Papa a Bosco oggi è legato al convento domenicano di Santa Croce, uno dei capolavori del Rinascimento piemontese, per cui lo stesso Pio V comprò terreni e case nel centro storico per avere la zona adatta a realizzare un sogno che aveva fin da quando era cardinale.

La breve durata del papato di Pio V non permise al pontefice di vedere la fine dei lavori del convento che fu completato solo nell’ultimo decennio del Cinquecento.

Durante tutta l’esistenza del convento si susseguirono opere di ampliamento e abbellimento, oltre che di adattamento, ma ancora oggi rimangono molte delle strutture originali.

Nel luglio 2002, dopo un lungo periodo di abbandono, l’ex convento di Santa Croce fu scelto da Mikhail Gorbaciov come sede del World Political Forum da lui presieduto.

Qui passarono numerosi personaggi di spicco del panorama politico mondiale, come Helmut Kohl, Wojciech Jaruzelski, Giulio Andreotti, Bono Vox, Francesco Cossiga, Jacques Delors, Ralf Dahrendorf e molti altri, per discutere tutte le soluzioni possibili per il mondo della globalizzazione e le cruciali problematiche internazionali.

Ora quest’istituzione è stata sciolta, rimane in una grande sala un lunghissimo tavolo, le sedie, l’impianto di traduzione simultaneo, il tutto illuminato da originali lampadari dorati donati al tempo dall’associazione orafi di Valenza Po.

Attualmente nel convento sono in corso importanti interventi di restauro e ristrutturazione di alcuni locali, che diventeranno una scuola di restauro, per master post laurea di alto livello.

Tutto questo, per la bellezza del luogo, per la storia, per le opere che racchiude merita attenzione, visibilità, fruibilità.