A Carrù dal 12 al 15 dicembre la carne bovina piemontese sarà il cuore della 109esima Fiera Nazionale del Bue Grasso.
La prima fiera del bue grasso si svolse il 15 dicembre 1910 e venne istituita per volontà dell’Amministrazione Comunale e del Comizio Agrario di Mondovì, per porre rimedio alla grave carenza di animali da macello e al conseguente aumento dei prezzi della carne.
Il successo fu enorme, al punto che molti alberghi e osterie rimasero senza pane e vino.
Fin da subito macellai piemontesi, liguri e lombardi si contesero il diritto del primo premio al bue più grasso, più bello e più pesante.
Negli anni seguenti il successo della fiera crebbe, al punto che nel 1914 giunse la medaglia d’oro del Re Vittorio Emanuele III e solo durante le due guerre ci fu un calo di presenze ma ogni anno, a dicembre, l’appuntamento con il bue grasso di Carrù si celebra con rinnovato interesse.
Oggi è un appuntamento commerciale e folkloristico, per promuovere l’allevamento dei bovini di razza piemontese, favorendo il consumo di carni di eccellente qualità, dove sono ammessi esclusivamente bovini da macello di razza piemontese, suddivisi nelle categorie buoi, manzi, vitelle vitelli, vacche, manze, torelli e tori.
Le giurie, composte da tecnici, veterinari, allevatori e macellai, redigono le classifiche e la premiazione avviene alle 11 presso il foro boario in Piazza Mercato, con l’attribuzione ai capi migliori delle ambite gualdrappe e fasce decorate a mano, oltre che di medaglie d’oro, coppe, targhe, e diplomi, cui segue la sfilata dei buoi e dei manzi.
La Regione Piemonte ha attribuito alla fiera la qualifica di regionale dalla 85ª edizione del 14 dicembre 1995, e quella di nazionale dalla 98° edizione dell’11 dicembre 2008.
Contestualmente alla mostra zootecnica, si tiene il mercato settimanale, per l’occasione ampliato, oltre all’esposizione di macchine ed attrezzature agricole, mentre nei ristoranti è possibile degustare i piatti tipici locali, quali il bollito con le salse e la minestra di trippe.
Simbolo della festa è la Scultura al Bue Grasso di Carrù, composta da sei scene a bassorilievo in bronzo collegate alla storia contadina e alla figura del bue dalla nascita del vitellino, all’allevamento, alla macellazione, alla tavola e da una scultura in marmo raffigurante due buoi aggiogati realizzata dal maestro Raffaele Mondazzi.
Il progetto dell’opera è stato realizzato da Danilo Tomatis, ingaggiato da un Comitato composto dai rappresentanti dell’economia di Carrù, dai Commercianti rappresentati da Giuseppe Cravero, dagli Artigiani rappresentati da Domenico Massimino, dai Coltivatori Diretti rappresentati da Pier Luigi Gonella e dal Centro Anaborapi di Vittorio Faroppa, dal Comune di Carrù con Leonardo Restagno e dalla Pro Loco rappresentativa delle tradizioni della cultura e dell’economia locale, ma anche della valorizzazione dell’allevamento.
L’iniziativa riconosce il ruolo che il bue ha svolto nella storia di Carrù, ma celebra anche l’attività degli agricoltori, degli artigiani e dei viticoltori del territorio, oltre a favorire lo sviluppo commerciale ed economico del paese e di esaltare l’allevamento della razza bovina piemontese e la relativa carne, quale simbolo del Piemonte di una volta.