Purtroppo il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, non è il giorno più corto che ci sia, anche se grandi e piccoli amano recitare il detto popolare imparato sui banchi di scuola.

In realtà il giorno più corto, quello con meno ore e minuti di luce, è nel solstizio d’inverno, che cade il 21 o 22 dicembre, quando il Sole tocca il punto più meridionale del suo tragitto annuo intorno alla Terra.

Trovandosi più basso rispetto agli equinozi, il Sole risulta più basso a mezzogiorno, sorge tardi e tramonta presto, per cui le ore di luce sono poche e questo emisfero viene poco riscaldato.

Nel giorno del solstizio d’inverno inizia ufficialmente l’inverno astronomico nell’emisfero boreale, e l’estate in quello australe, mentre l’inverno meteorologico inizia convenzionalmente il 1 dicembre.

Ma in realtà molti detti popolari hanno origini antichissime e spesso corrette per quell’epoca, come nel caso di Santa Lucia, uno dei più eclatanti da questo punto di vista.

Infatti la festa della santa siracusana ricorre il 13 dicembre ma, prima dell’introduzione del calendario gregoriano, la festa cadeva in prossimità del solstizio d’inverno che non coincise più con l’adozione del nuovo calendario per una differenza di 10 giorni.

La celebrazione della festa in un giorno vicino al solstizio d’inverno era dovuta alla volontà di sostituire le feste popolari che celebrano la luce e si festeggiano nello stesso periodo nell’emisfero nord, come ad esempio la festa di Hanukkah ebraica, che dura otto giorni, o la festa di Diwali celebrata in India.

Inoltre vicino al 13 dicembre c’è una riduzione apparente delle giornate, perché il Sole tramonta prima.

Al Solstizio il sole tramonta circa tre minuti dopo rispetto a Santa Lucia, ma è l’alba che ritarda il suo arrivo così, anche se il sole tramonta più tardi, esso resta sopra l’orizzonte 3 minuti in meno rispetto al giorno 13.

Inoltre il culto di Santa Lucia presenta diverse affinità con il culto di Artemide, la divinità greca venerata a Siracusa nell’isola di Ortigia, cui è sacra la quaglia e l’isola di Ortigia era anche chiamata Delo, in onore della dea della caccia, vista anche come dea della luce, mentre stringe in mano due torce accese e fiammeggianti.