Dal 24 aprile al 26 luglio il Musée Rath proporrà una mostra sul lavoro di Fred Boissonnas (1858-1946), fotografo di Ginevra che nei suoi viaggi nel Mediterraneo ha cercato la luce, dopo la Magna Grecia e l’Egitto, tra scene omeriche e paesaggi biblici, in una nuova interpretazione della storia.

Nato il 18 giugno a Ginevra, Fred era il primogenito di Antoine-Henri, noto fotografo, e fu avviato precocemente alla fotografia dal padre, per poi continuare il suo apprendistato a Stoccarda e poi a Budapest.

Fotografo dotato, Fred ereditò il laboratorio del padre nel 1887 e acquisì grande notorietà per i ritratti e le fotografie di decori interni, oltre che per la qualità della stampa, in particolare degli inchiostri, della carta carbone e dei viraggi.

Vincitore di numerosi premi internazionali, era una celebrità quando fu scelto come uno dei fotografi ufficiali dell’Esposizione nazionale di Ginevra del 1896, dove realizzò numerosi servizi fotografici dedicati al Villaggio svizzero.

Con gli anni Fred aprì succursali a Reims, Marsiglia, Lione, Parigi e San Pietroburgo, mentre a passione per l’alpinismo lo portò a fotografare più di una volta le Alpi svizzere.

Nel 1903 viaggiò in Grecia con Daniel Baud-Bovy, con il quale realizzò varie opere, come En Grèce par monts et par vaux (1910) e soggiornò più volte in Grecia e a Creta, che ispirarono numerose opere, come L’Acropole d’Athènes (1914), La Grèce immortelle (1919) e, con Victor Bérard, Dans le sillage d’Ulysse (1933).

Autore di una cinquantina di libri, il fotografo fondò nel 1919 la casa editrice Boissonnas, che nel 1920 fu rilevata con lo studio fotografico dal figlio Edmond-Edouard.

Dal 1920 si recò in Egitto, in Nubia e in Sinai e nel 1932 pubblicò L’Egypte, poi morì il 17 ottobre 1946 nella sua casa di Ginevra.

Grazie a molteplici collaborazioni, Fred ideò lavori che promuovono la soggettività del processo fotografico e la capacità della fotografia di conciliare il visibile con le caratteristiche geografiche invisibili e la poesia, per un processo scientifico con l’immaginazione, una nuova interpretazione dei paesaggi e della storia del nostro mondo.

La maggior parte delle sue fotografie, presentate qui per la prima volta, è oggi parte di una serie di collezioni lasciate in eredità alle città di Ginevra.

Poetica e ipnotizzante questa mostra tenta di fornire una visione delle relazioni ambivalenti e appassionate tra Europa e Mediterraneo.