Una mostra al Mao di Torino, Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese, racconta questa forma d’arte, fino al 28 giugno con 125 kakemono oltre a ventagli dipinti e lacche decorate appartenenti alla Collezione Claudio Perino, fra i principali prestatori e mecenati del Museo d’Arte Orientale di Torino.

Il kakemono è un rotolo di tessuto prezioso dipinto o calligrafato, appeso durante occasioni speciali o utilizzato come decorazione in accordo alle stagioni dell’anno ed è un genere di opera dipinta estremamente diffusa in Giappone e l’Asia orientale, dove assume nomi differenti, come parte della produzione pittorica di Cina, Corea e Vietnam, oltre che del Giappone, e rappresentano il quadro occidentale, con una struttura relativamente morbida e pensati per una fruizione limitata nel tempo.

Infatti i kakemono sono esposti nel tokonoma  delle case giapponesi e lasciati per qualche ora ad oscillare nella brezza di un giardino, simbolo del tempo e del movimento, mentre i dipinti su tela o tavola tipici della tradizione occidentale raccontano fermezza e continuità.

Le differenze riflettono anche una diversa concezione estetica e filosofica, dato che alla base delle opere su rotolo si trova infatti un riferimento all’impermanenza e alla mutazione quali elementi ineludibili dell’esistenza.

I kakemono, divisi in fiori e uccelli, animali, figure, paesaggi, piante e vegetali, conducono il visitatore in un mondo dove rappresentazioni minuziose e naturalistiche, punteggiate di dettagli sottili, si affiancano a immagini essenziali e rarefatte, dove la forma si disgrega progressivamente in un segno evocatore di suggestioni, in un esercizio di sintesi e raffinatezza.

In Oriente i pittori dipingevano in maniera astratta prima che queste analoghe forme espressive cominciassero ad apparire in Occidente, ma poi le differenti modalità pittoriche hanno convissuto, senza escludersi a vicenda in veri e propri movimenti artistici, come accaduto nell’arte moderna occidentale.

Fra i kakemono esposti al MAO figurano opere dei maggiori artisti giapponesi, come Yamamoto Baiitsu, Tani Bunchō, Kishi Ganku e Ogata Kōrin.

Sia la mostra che il catalogo, pubblicato da Skira e disponibile in due lingue (italiano e inglese), a cura dello studioso olandese Matthi Forrer, storico dell’arte orientale ed esperto di pittura giapponese, nascono da una collaborazione tra il Mao e il Museo delle Culture di Lugano e tra la Fondazione Torino Musei e la Fondazione culture e musei di Lugano, dove l’esposizione sarà riproposta dopo la prima tappa torinese.

La mostra Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese. La Collezione Perino rientra nei progetti di sviluppo internazionale recentemente avviati dalla Fondazione Torino Musei, inoltre i Servizi Educativi del MAO Museo d’Arte Orientale propongono alcune attività dedicate alle scuole e alle famiglie.