La primavera è la stagione dell’esplosione dei colori. Una delle principali e più spettacolari macchie di colore è data dal glicine, con le sue grandiose chiome dal profumo dolce e inebriante, i suoi bellissimi fiori a grappoli, dalle tonalità che variano dal viola chiaro (che prende proprio il nome glicine), al blu, al rosa fino al particolarissimo bianco.

Rami che si arrampicano e si attorcigliano maestosi su facciate di edifici, arrivando ai piani alti di case e palazzi senza alcuna fatica, regalando un vero e proprio spettacolo cromatico da ammirare da aprile a maggio.

Il glicine è una delle piante ornamentali più belle e decorative che si adattano bene sia agli ambienti cittadini sia a quelli rurali. Originaria dell’Oriente, è una pianta rustica che richiede poche cure, cresce rigogliosa in spazi soleggiati come cortili o balconi oppure in campagna, creando effetti scenografici unici, con i rami che si attorcigliano ai vari berceau, gazebo, pergolati e chioschi, con ottimi risultati sia in giardini storici che nelle moderne ambientazioni. Profumata e spettacolare la fioritura, utilissima durante la fase vegetativa con il fogliame spesso, verde brillante, quando crea ricercati e preziosi ripari d’estate.

Un particolare legame con il Lago Maggiore, nel periodo di maggior splendore. Ha contraddistinto in particolare la Belle Epoque, dove compariva spesso e volentieri sui manifesti pubblicitari e nei quadri del periodo. Si è sposato alla perfezione con lo stile liberty, delle abitazioni e delle ville che punteggiano il Verbano come elemento di rilievo e di pregio, grazie alla linea sinuosa del fusto, dai rami penduli come liane e l’atmosfera romantica data dalla sua spettacolare fioritura. E sui laghi, l’effetto scenico della fioritura aumentava in maniera esponenziale. Utile anche per garantirsi privacy grazie alla sua fitta ramificazione e alle sue foglie.

In alcuni luoghi ha contrassegnato a tal punto il paesaggio che vie, vicoli, ville storiche, ristoranti, alberghi e bed and breakfast portano proprio il nome del glicine.

Ad Arona, il tratto finale del Lungolago Marconi nel mese di aprile e nelle prime settimane di maggio, offre il suggestivo e romantico spettacolo dello storico pergolato del glicine in fiore. Un posto unico per ammirare seduti sulle panchine in pietra, la sponda opposta con la Rocca di Angera, con i glicini e il loro profumo inebriante che scendono dalle travi di sostegno in legno.

Nei giardini di Villa Taranto a Pallanza, nella parte più alta del complesso, si trova un pergolato di una trentina di metri, con muri in pietra e traversine in legno tek sormontato da due glicini, uno nella tonalità viola chiaro, l’altro bianco, con un effetto scenico unico.

Le tre isole Borromee, offrono uno scenario unico durante tutto l’anno, con la fioritura dei glicini vengono impreziosite ulteriormente. La raccolta dei Principi Borromeo non è solo la prima a essere sta creata in Italia ma anche una delle più ricche e particolari.

Il giardino botanico dell’isola conta oltre venti varietà differenti che fioriscono per lo più tra l’inizio di aprile e maggio ricoprendo anche la scenografica scala che degrada verso il lago. Tra le varietà presenti anche la rara Millettia Japonica, molto difficile da riprodurre e che si distingue per la sua fioritura rossa in estate. Lo spettacolo dei glicini in fiori nell’Isola Madre è veramente imperdibile.

Sulla sponda lombarda del Verbano, sempre di proprietà Borromeo, una fioritura di glicine da meritare una visita è quella all’interno della Rocca di Angera.

Poco più avanti di Angera a Leggiuno, c’è lo splendido eremo di Santa Caterina del Sasso, proprio a picco sulle acque del lago.

Al termine della caratteristica scalinata iniziale, si trova un vecchio berceau su due livelli, ricoperto da glicine che in piena fioritura, impreziosisce ulteriormente la vista della sponda piemontese.

Come curiosità, poco lontano dal Lago Maggiore, si trova invece uno dei glicini più vecchi della Lombardia. Con un’età che va oltre i 300 anni. Si trova in provincia di Varese, a Castello Cabiaglio, borgo di circa 300 abitanti ai limiti del “Parco del Campo dei Fiori”.

Questo glicine storico, cresce all’interno della cinquecentesca e raffinata residenza di caccia Sforza-Visconti, costruzione rinnovata e poi ampliata nel ‘700, che ha dato un ulteriore tocco di raffinatezza e armonia. Il grande albero di glicine attualmente è l’attrazione principale del bed & breakfast ricavato proprio all’interno del palazzo cinquecentesco. La pianta ha un fusto enorme e con i suoi rami si è avvinghiata alle colonne del porticato al pian terreno e a quello superiore, ricoprendo anche l’antica meridiana.