Ogni 16 giugno per gli scrittori e i lettori di tutto il mondo è il giorno dell’Ulisse, il capolavoro di James Joyce, spirito libero irlandese…

Primo di dieci figli, James Joyce nacque in un sobborgo di Dublino il 2 febbraio 1882, la sua famiglia, cattolica, conobbe vari problemi, legati al padre di James, afflitto dai debiti e dedito all’alcol.

James studiò nel prestigioso istituto dei gesuiti Clongowes Wood College e quindi al Belvedere College, dove lesse smisuratamente e iniziò a scrivere un romanzo autobiografico, Dedalus, ritratto dell’artista da giovane.

A sedici anni, entrò nell’University College di Dublino, dove era uno studente straordinariamente dotato e nel 1900 scrisse un saggio su Ibsen, lavoro che gli procurò una certa notorietà nell’ambiente del college.

Diplomatosi nel 1902, Joyce partì per Parigi per condurvi gli studi di medicina, ma abbandonò ben presto la facoltà.

Privo di mezzi, rientrò per un breve periodo a Dublino, dove iniziò a ideare il suo sistema estetico, ma nell’agosto del 1903 sua madre morì.

Il 16 giugno 1904 Joyce conobbe una giovane donna, Nora Barnacle, originaria di Galway, sulla costa occidentale d’Irlanda.

Lasciata l’Irlanda, la coppia passò alcuni mesi a Pola, quindi nel 1905 si trasferì a Trieste, dove Joyce insegnava l’inglese alla Berlitz e dava lezioni private.

Incapace di gestire il proprio denaro, Joyce perse l’impiego alla Berlitz e condusse la famiglia, cui si era aggiunto il primogenito Giorgio, a Roma, dove lavorò per un breve periodo in banca.

Nel 1907, mentre la moglie partorì la figlia Lucia, Joyce fu ricoverato in ospedale per un reumatismo articolare acuto.

Il primo libro dello scrittore, Musica da camera, le liriche scritte in Irlanda prima del suo esilio, uscì nel 1907.

A Londra, nel 1914, fu pubblicata Gente di Dublino, grazie al sostegno di Ezra Pound.

Con l’entrata dell’Italia nella Prima Guerra mondiale Joyce si trasferì in Svizzera, dove continuò a vivere della generosità dei suoi amici e dei suoi ammiratori.

A Zurigo, intraprese la scrittura dell’Ulisse, di cui aveva elaborato la scaletta fin dal 1906.

Il romanzo, che esce nella rivista letteraria americana Little Review, suscitò fin dai primi numeri un grande interesse.

Dopo l’armistizio del 1918, lo scrittore si diresse a Parigi, dove conobbe l’americana Sylvia Beach, animatrice della libreria inglese Shakespeare and Company, al Quartiere latino, Adrienne Monnier, direttrice della Casa degli amici del libro e Léon- Paul Fargue, autore di Pieton de Paris.

La pubblicazione di Ulisse nella Little Review continuò, ma il capitolo Nausica fu al centro di un processo a New York.

Nel 1921, l’Ulisse fu condannato per oscenità, e Joyce cercò invano un editore, ma alla fine fu Sylvia Beach a darlo alle stampe un anno dopo, grazie ad una pubblica sottoscrizione.

Nel frattempo lo scrittore cominciò la stesura del suo ultimo capolavoro, Finnegans Wake, che durò ben sedici anni.

Colpito da una malattia agli occhi. Joyce subì molte operazioni, mentre la sua vita fu complicata dai problemi mentali della figlia Lucia, che fu curata prima a Parigi, quindi in Svizzera.  Finnegans Wake uscì nel 1939.

Allo scoppio della Seconda Guerra mondiale, Joyce si trasferì nella zona libera della Francia, quindi ebbe l’autorizzazione di tornare a Zurigo nel dicembre 1940 ma lo scrittore, già molto malato, vi mori il 13 gennaio 1941.