Il Monte San Giorgio ovvero quando hai un Jurassic Park, a pochi chilometri da casa.

Svetta con i suoi 1097 metri, situato sul confine tra il Canton Ticino e la Lombardia, è noto per essere uno dei più importanti giacimenti fossili del mondo.

I suoi reperti risalgono al Triassico, quando invece di affacciarsi sull’attuale ed elegante Lago di Lugano con le sue lussuose ville, le sue colline e i vigneti, il tutto era coperto dal mare Tetide, dove affioravano isolette che formavano un ambiente da laguna tropicale, talvolta parzialmente separato dal mare stesso.

Poi, verso 95 milioni di anni fa, il San Giorgio emerse per i movimenti della placca africana, e portò con sé estese strutture carbonatiche prodotte da organismi come le alghe calcaree, per un patrimonio di diversi livelli fossiliferi talmente ricco che avrebbe sorpreso gli specialisti di ieri e oggi.

Il Monte San Giorgio è uno dei siti paleontologici più interessanti e caratterstici, tanto da essere stato iscritto dal 2003 nella Lista del Patrimonio mondiale Unesco e i suoi fossili, conservati nel Museo di Meride in Canton Ticino e di Besano in provincia di Varese, descrivono la vita marina nel periodo Triassico medio di circa 245 milioni di anni fa. Le ricostruzioni tratte dai fossili ed esposte nei musei rendono reale un paesaggio lontanissimo, che è potuto avvenire grazie al lavoro scientifico meticolosamente svolto a partire in collaborazione da oltre un secolo da specialisti svizzeri e italiani.

La particolarità del Monte San Giorgio è che a differenza di altri luoghi simili, mostra almeno cinque diversi livelli, ciascuno dei quali può contenere più di un’associazione fossile. Questo particolare aspetto ha permesso lo studio evolutivo, sull’arco di più milioni di anni. Da questi cinque livelli sono stati finora estratti oltre 20.000 fossili. Di questi 25 sono specie di rettili, 50 di pesci, più di 100 specie di invertebrati oltre a varie specie di vegetali, in particolare conifere. E tutti o quasi hanno preso nome dal luogo della scoperta.

Il ritrovamento dei fossili viene certificato per la prima volta nella metà dell’Ottocento, grazie all’opera dell’Abate Antonio Stoppani, al tempo direttore del Museo Civico di Storia Naturale di Milano. Ricerche che sono da considerarsi le prime svolte in Italia allo scopo di recuperare fossili sotto il diretto controllo di uno specialista. Mentre sul lato svizzero i primi scavi dell’Università di Zurigo risalgono solo alla fine degli anni 20 del secolo scorso. Ma è molto probabile che alcuni reperti vennero già trovati nei secoli precedenti e che purtroppo siano andati persi.

La collaborazione tra gli studiosi dei due Paesi è stata utile ai fini della tecnica scientifica, ma fu anche salvifica per la vita degli stessi reperti, poiché nella seconda guerra mondiale una bomba colpì il Museo di Milano nel 1943, distruggendo i fossili del Triassico che vi erano esposti, ma per fortuna parecchi fossili di Besano furono dati in prestito al museo di Zurigo e si salvarono.

Dal 2010 anche il versante italiano del Monte San Giorgio è parte del Patrimonio Naturale dell’Unesco, con Besano, sempre sulla sponda italiana del Lago di Lugano che qui diventa Ceresio, dove c’è il locale Museo, che ospita il fossile di uno straordinario animale marino. Fossili risalenti al Giurassico inferiore (circa 180 milioni di anni fa) sono anche stati trovati sempre lungo la riva meridionale del lago, più a est, a Osteno.

I giacimenti del Monte San Giorgio offrono reperti che affascinano i visitatori, come il sauro marino Ticinosuchus ferox, vissuto la bellezza di circa 240 milioni di anni fa, che con i suoi 2 metri e mezzo di lunghezza si aggirava nel Ceresio in cerca di prede ed è considerato un progenitore dei dinosauri.

Il Ceresiosauro un rettile dal collo molto lungo, mentre il Besanosauros, uno dei fossili del giacimento di Besano più famoso, ha uno scheletro del tutto completo nei suoi 5,8 metri di lunghezza e contiene persino ben 4 embrioni nell’addome.

Il Saltriosauro, che prende il nome dalla cava “Salnova” di Saltrio dove è stato rinvenuto il 4 agosto 1996 da Angelo Zanella. Un feroce predatore che visse da queste parti 200 milioni di anni fa. Una sorta di macchina da guerra di otto metri di lunghezza per una tonnellata e mezza di peso, un cranio di settanta centimetri fornito di denti aguzzi come pugnali e arti inferiori muniti di tre possenti dita artigliate che lo rendono molto simile agli allosauri nordamericani, riproposti nei film del genere.

Ma il Monte San Giorgio è noto anche per i suoi strati di scisti bituminosi, che nel 1774 erano sfruttati per ottenere combustibile e gas per l’illuminazione della città di Milano.

Nel 1909, fu fondata in Svizzera la Società anonima Miniere Scisti Bituminosi di Meride e Besano, che era permessa a estrarre dalle rocce bituminose un olio, l’Ammonium sulfosaurolicum, per le sue ottime proprietà curative.

Esisteva già, però un prodotto simile, l’ittiolo, proveniente dal Trentino e, per evitare confusioni, quello italo-ticinese fu denominato con il marchio Saurolo, con le sue riconosciute proprietà asettiche che servirono per curare disturbi e malattie della pelle, anche quelle che afflissero le truppe italiane durante le campagne d’Africa.

Il Saurolo è un prodotto naturale ben tollerato e senza effetti nocivi, usato per questo anche in veterinaria, inoltre ha un’azione antisettica, antiflogistica, anti irritante e batteriostatica.

Con l’avvento dei ritrovati chimici della grande industria internazionale, gli stabilimenti di Meride chiusero, ma l’ittiolo è ancora oggi venduto come farmaco da banco per l’uso dermatologico e veterinario.

Il Monte San Giorgio per la sua posizione è una meta turistica ricercata, le sue pendici e dintorni sono ricche di vigneti, boschi, castagni e sono diversi i sentieri che portano alla vetta, da dove si può ammirare non solo il Lago di Lugano in tutto il suo splendore, ma anche gran parte dell’arco alpino e la pianura padana.  Per arrivare in cima al San Giorgio, è attiva anche una funivia con partenza da Serpiano in territorio svizzero, che offre un’alternativa al raggiungimento in auto.

Per ammirare invece il Monte San Giorgio nella sua interezza, uno dei punti migliori è dalla Sighignola, noto come il balcone d’Italia, in cima alla Val d’Intelvi.