Maestosa e solenne, la Chiesa di Santo Stefano si trova nel centro storico di Casale Monferrato, ed è uno dei simboli della storia della cittadina piemontese.

La sua costruzione risale al XII secolo, ma la sua riedificazione avvenne nel XVII secolo e il progetto della nuova chiesa fu del canonico Sebastiano Guala.

Ospita al suo interno quindici tondi di Pier Francesco Guala, raffiguranti profeti e santi.

La tela dell’altare di sinistra mostra Santa Lucia con i Santi Crispino e Crispiniano ed è opera di Guglielmo Caccia, detto il Moncalvo.

Nato a Montabone presso Acqui nel 1568, Moncalvo esordì diciassettenne a Guarene con le pale dell’Annunciazione nella chiesa dell’Annunciata e della Madonna e santi nella chiesa di San Michele, entrambe datate 1585.

Nella gamma cromatica e nella tecnica esecutiva, Caccia mostrò il suo orientamento verso la scuola casalese, dove fu allievo del pittore Ambrogio Oliva, del quale sposò la figlia Laura il 6 novembre 1589.

A partire dall’inizio degli anni novanta del Cinquecento Moncalvo s’indirizzò verso la scuola vercellese e intorno al 1590 risalgono gli affreschi dell’oratorio di San Pietro Martire a Casale Monferrato e i suoi interventi al Sacro Monte di Crea nella cappella della Presentazione della Vergine al tempio, dove l’esecuzione pittorica si fa più accurata.

Nella volta della cappella, in cui tra le nuvole ci sono dei puttini ritratti nelle pose più svariate, Moncalvo diede il via a una tematica che ebbe una grandissima fortuna nelle sue opere e per il quale fu particolarmente apprezzato.

Dopo tre anni di attività al Sacro Monte, Caccia era un pittore affermato tanto da essere chiamato dal duca di Mantova Vincenzo I Gonzaga a intervenire nella cappella ducale intitolata alla Natività della Vergine, inoltre eseguiva la Crocefissione della Parrocchiale di Calliano, firmata e datata, e gli affreschi della cappella del Rosario in San Michele a Candia Lomellina, che rivelano la sua conoscenza della pittura lombarda, mentre nella pala con l’Allegoria francescana, dipinta per la chiesa di San Francesco a Moncalvo, riprende un’incisione di Agostino Carracci del 1586, mostrando l’influenza della cultura figurativa bolognese.

Nel dicembre 1593 Guglielmo Caccia comperò un’abitazione a Moncalvo, dove si stabilì acquistando diversi beni immobili e dalla quale prese il soprannome.

Verso il 1595 dipinse le Madonna con santi e donatori della parrocchiale di Grana, caratterizzata da una composizione semplice resa con colori delicati e trasparenti, che ritornò poi nel San Gerolamo di proprietà della Compagnia di San Paolo del 1598.

Nelle pale della Parrocchiale di Cioccaro del 1602, raffiguranti la Madonna col Bambino e i santi Vittore e Francesco e la Madonna del Rosario si nota la rivisitazione del pittore delle tematiche gaudenziane e il rapporto con l’attività del Cerano.

Un’importante svolta nel suo itinerario artistico fu con la partecipazione a Torino, tra il 1605 e il 1608, all’impresa decorativa della Grande Galleria del duca Carlo Emanuele I di Savoia che univa l’antico Castello degli Acaja al nuovo Palazzo Ducale, e ad altri cantieri decorativi della corte.

È notevole all’interno della chiesa anche la pala raffigurante San Sebastiano, opera di Giovanni Francesco Caroto.