Un gastronomo dalla vita molto movimentata e ricca di svolte nell’Italia del secondo Novecento…

Luigi Veronelli nacque il 2 febbraio 1926 a Milano,  studiò Filosofia, prima di essere nominato assistente di Giovanni Emanuele Bariè nel corso di filosofia teoretica.

Lasciata l’università negli anni Cinquanta, Veronelli iniziò una lunga esperienza come editore, pubblicando le riviste Il gastronomo, Il pensiero e I problemi del socialismo nel 1956.

Diventato collaboratore de Il Giorno nel 1962, Luigi cominciò un’apprezzata attività giornalistica che lo impegnò per il resto dei suoi giorni.

I suoi articoli, contraddistinti da uno stile provocatorio e aulico, apparvero su numerose testate, dal Corriere della Sera a Il sommelier, da Class a Veronelli EV, da Amica a L’Espresso, da Panorama a The European, senza dimenticare Sorrisi e Canzoni tv, Capital, Week End, Carta, A-Rivista Anarchica, Decanter, Travel e Wine Spectator, l’Enciclopedia del Vino e Gran Riserva.

La sua fama crebbe anche in seguito alle frequenti apparizioni televisive che lo vedevano protagonista, per esempio, di A tavola alle 7, condotto prima al fianco di Umberto Orsini e Delia Scala, poi con la mitica Ave Ninchi.

Nel 1979 intraprese un Viaggio sentimentale nell’Italia dei vini, che gli permise di aggiornare il paese sulla situazione delle viticoltura nazionale, modificando profondamente quel mondo.

All’inizio degli anni Ottanta Veronelli fu arrestato e condannato a sei mesi per aver indotto alla rivolta i contadini piemontesi, spingendoli a occupare l’autostrada e la stazione di Asti come segno di protesta nei confronti dell’indifferenza mostrata dalla politica verso i piccoli produttori.

Lo studioso non abbandonò l’attività editoriale, con approfondimenti e ricerche nel settore enogastronomico che lo portarono alla pubblicazione de I vignaioli storici, Il vino giusto e Alla ricerca dei cibi perduti, opere di eccezionale valore, non solo dal punto di vista divulgativo, come dimostrano i Cataloghi dei Vini d’Italia, degli Spumanti e degli Champagne, dei Vini del Mondo, degli Oli Extra-vergine e delle Acqueviti.

La collaborazione con Luigi Carnacina, celebre gastronomo e maitre del Novecento, lo portò alla nascita di volumi come Il Carnacina e La Cucina Italiana.

Alla fine degli anni Ottanta fondò la Veronelli Editore, per impegnarsi nello studio del patrimonio gastronomico nazionale, che vedeva come un patrimonio immenso, ideale per incrementare la conoscenza delle bellezze turistiche italiane.

Dopo aver scritto la prefazione di diversi volumi a carattere gastronomico, politico e storico grazie a una collaborazione con Derive/Approdi, intraprese un rapporto epistolare con Pablo Echaurren dalle colonne di Carta e le sue parole furono una riflessione fondamentale a proposito delle questioni manifestate dal movimento contro la globalizzazione, e più in generale della qualità della vita.

Nell’ultimo periodo della sua vita, Veronelli fondò il movimento Terra e libertà/Critical wine, insieme con alcuni centri sociali, compresi il Leoncavallo di Milano e La Chimica di Verona, oltre a diverse battaglie a favore delle Denominazioni Comunali, finalizzate a salvaguardare l’origine genuina dei prodotti.

Tra le sue campagne si ricordarono quelle per l’olio extra-vergine di oliva, in opposizione al monopolio delle multinazionali e problemi legali dei piccoli olivicoltori, e per l’individuazione del prezzo di un dato prodotto all’origine, allo scopo di rendere palesi gli eventuali rialzi durante i passaggi tra produttore e consumatore.

Luigi Veronelli mori a Bergamo il 29 novembre 2004 a 78 anni, ricordato come una personalità fondamentale nella diffusione e nella valorizzazione del patrimonio enogastronomico nazionale, soprattutto per la sua capacità di anticipare punti di vista ed espressioni entrate in seguito a far parte dell’uso comune.