Il Capricorno, il segno zodiacale attraversato dal Sole dal 22 dicembre al 19 gennaio, rappresenta la notte più lunga e il giorno più corto, simboleggiando l’entrata nell’inverno.
In Grecia sono due i miti legati al Capricorno.
Secondo il primo, durante la lotta tra Zeus e Tifone quest’ultimo tagliò i tendini del dio, ma Pan, nella sua forma di Egipane, riuscì a restituirglieli.
Per sottrarsi alla collera di Tifone, il dio s’immerse nell’acqua, e fu trasformato nella metà inferiore in pesce, mentre quella superiore conservava l’aspetto caprino, restando così partecipe della natura terrestre che di quella acquatica.
Zeus, ammirato della fedeltà del dio-capro, lo trasferì, nella sua nuova forma, tra le costellazioni.
Secondo una tradizione riportata da Igino, sarebbe stata la capra Amaltea, nutrice di Zeus, a essere stata elevata alla dignità della costellazione del Capricorno.
Ma l’immagine del capro-pesce è molto più antica, e risale alla mitologia mesopotamica, dove era uno degli alleati di Tiamat, da lei creati con un’intera schiera di mostri per lottare contro Marduk.
Il suo nome era Kusarikku oppure Suhurmashu, ed è raffigurato su numerosi monumenti, e stilizzato su degli scettri col pomo a forma di capro e la punta a forma di pesce.
Successivamente, oltre il ruolo avuto nella lotta contro Marduk, il Capricorno divenne il simbolo del dio Ea.
John Swan, nello Speculum mundi del 1635, parla di uno strano anfibio, il Sargon, che viveva nel mare, ma veniva a terra perché provava una forte attrazione per le capre.
I pescatori sfruttarono questa sua debolezza per catturarlo, infatti si coprirono di pelli di capra e, quando il Sargon uscì dall’acqua per concupire le capre, fu catturato.
Il Sargon aveva un corpo di pesce e testa munita di corna di caprone ed era visto come emblema della lussuria e dell’adulterio.
Come segno astrologico, il Capricorno è raffigurato, anziché come capra-pesce, come capra-serpente o, per una metamorfosi grafica, la coda di pesce, normalmente rappresentata arrotolata a spirale, diviene una conchiglia e il Capricorno si presenta così come una capra fuoriuscente da una conchiglia.
In ogni caso rimane un simbolo di quella trasposizione marina della fauna terrestre che ebbe un forte successo iconografico durante tutta l’antichità e il Medioevo.